mercoledì, dicembre 20, 2006

I Bottoni di Napoleone - Le Couteur Penny e Burreson Jay

AutoreLe Couter Penny & Burreson Jay
TitoloNapoleon's buttons
Titolo ItalianoI Bottoni di Napoleone
Anno2006
Giudizio****(1/2)

Una ragione probabilmente c'era se il vostro libro di
chimica organica era noioso da morire: la chimica organica era
descritta come qualcosa d'avulso dalle applicazioni e
nello stile piatto assolutamente privo d'emozione che fa credere
che la scienza sia qualcosa che distrugge, o quantomeno è in
contraddizione, con l'arte o la poesia (detto in modo più colto:
disincanta = toglie l'"incanto" del mondo).

Al contrario c'é parecchio per incantarsi ed emozionarsi nel
libro di Le Couter - Burreson, ora tradotto in italiano, qui si
racconta la storia di 17 molecole, nonché delle moltissime altre
citate nel libro, come la teobromina e l'anandamide, componenti
del cioccolato, la crocetina, l'acido picrico, l'indigotina e la mauveina,
e così via (in realtà ogni capitolo tratta una famiglia di molecole
o più famiglie legate da proprietà comuni), e del loro rapporto
con la storia umana, politica e sociale, senza però mai perdere
di vista l'importanza della struttura molecolare, che soprattutto
da un punto di vista scientifico, è spiegata in modo esemplare (per
i lettori non avvezzi alla materia nel primo capitolo la notazione
usata è chiaramente spiegata). Appena leggermente più debole
appare il libro sul piano storico, nel senso che in molti casi si limita
a raccontare i fatti essenziali, ma è anche vero che per approfondire
si dovrebbe rimandare, ad esempio, alle centinaia di monografie che
sono state dedicate alla storia politica ed economica del commercio
delle spezie o del caucciù. Si pensi solo agli immensi meccanismi
che queste nostre "passioni" per le "droghe" hanno messo in moto
sul piano storico: guerre, invasioni, trattati di pace che includevano
il monopolio o la perdita del monopolio del commercio delle spezie
(curiosissimo é il caso dello scambio tra inglesi e olandesi che ha
portato New Amsterdam a divenire New York a causa della noce
moscata). Non parliamo poi dello zucchero o del caffè che hanno
rivoluzionato due continenti Africa e America a causa della tratta
degli schiavi.

Un altro pregio del libro è che fa comprendere molto bene come
la differenza di qualche atomo tra una molecola ed un'altra sposta
enormemente il confine tra l'utile e l'inutile, o fatto ancora più
interessante, tra il legale e l'illegale. Le "droghe", nel senso di
spezie, sono davvero droghe, medicine, psicofarmaci e talvolta
persino sostanze cancerogene (almeno sugli animali), e l'uso anche
culturale che ne facciamo non dovrebbe farcelo scordare. Per fare
un esempio uno di questi composti aromatici, il metileugenolo,
come l'eugenolo o il safrolo che sono tra le molecole sulla scena nel
primo capitolo del libro, è contenuto anche nel nostro basilico
genovese. Come anche Le Couter e Burreson spiegano molto
chiaramente, tali sostanze sono un "insetticida" naturale, infatti,
si trovano in maggiore concentrazione nelle piante giovani. E' noto
d'altra parte che il metileugenolo, al contrario dell'eugenolo, è
cancerogeno su culture cellulari di fegato di topi e ratti tanto da porsi
il problema di un reale pericolo per chi ne assume in quantità
eccessiva, magari mangiando un bel piatto col pesto genovese [1]
(molte delle sostanze cancerogene solo su animali di laboratorio
sono per "preucazione" sospese dal mercato in alcuni paesi, ad
esempio, negli USA il ciclamato di sodio, un dolcificante, presente
nella Coca Light in Italia, è bandito per questo motivo). Questo
fa capire come l'illusione del "naturale" propugnata da certo
ecologismo sia alquanto antiscientifica e come il confine tra
"droga" e droga sia davvero sottile e indefinito.

Il libro è interessante anche per come la storia della scienza mostri la
propria cosiddetta serendipidità. Spesso quello che si cerca non si
trova e si trova qualcos'altro per caso, che poi si rivela anche
d'impatto più devastante di quello che si cercava in un primo
momento. William Perkin, che cercava di sintetizzare il chinino, il
celebre rimedio per la malaria, trovò invece la mauveina, una
molecola che si rivelò essere un potente, resistente e soprattutto
economico colorante viola artificiale e diede inizio alla sintesi
artificiale dei coloranti, che vide poi il prevalere della grande
triade di industrie chimiche BASF, Bayer e Hoechst.

Non molto azzeccato per la verità c'è soltanto il titolo: il caso di
Napoleone, oltre ad essere dubbio, non è propriamente una
questione di chimica quanto di fisica delle transizioni di fase.
E' probabile però che se gli autori avessero usato solo il
sottotitolo o le sue possibili varianti, il libro sarebbe passato
molto più inosservato.

[1] vedi http:
//www.sssa.it/news.asp?id={EE43C98C-0021-473E-A25A-38742139997D}

venerdì, dicembre 01, 2006

Il Tè. Verità e bugie, pregi e difetti - Gianluigi Storto

AutoreGianluigi Storto (con la collaborazione di Salvatore Pellegrino)
TitoloIl Tè. Verità e bugie, pregi e difetti
Anno2006
GiudizioIntrigante, chimico, illuminante.

Un libro sul tè. Per la prima volta mi trovo a scrivere una recensione su un libro del genere. Questo stupirà quelli che conoscono la mia passione per questa superba camelia. La spiegazione è molto semplice: i libri sul tè sono destinati ad un pubblico di nicchia e fino ad adesso, nonostante i molti libri letti sull'argomento, non avevo ancora incontrato un libro che potesse attirare l'attenzione di un pubblico più vasto.

Il segreto e la peculiarità di questo libro dipendono dal mestiere dell'autore. Il punto di vista di un chimico, ex-doganiere, esperto di merceologia è decisamente inconsueto nel panorama dei libri sull'argomento. Questo, spero, attirerà l'attenzione di un una consistente frazione dei pochi lettori di questo blog.

La prima delle due sezioni del libro scorre davvero bene. La parte storica non è approfonditissima ma è ricca di aneddoti ed i criteri di classificazione adottati si adattano bene alla realtà del mercato consentendo al lettore di orizzontarsi facilmente nel vasto mercato delle foglie di camelia.

La seconda sezione è decisamente più peculiare e, in effetti, un po' ostica se non si è abituati ad un linguaggio più tecnico. In nessun altro libro del settore ho trovato descritti con tanta precisione gli effetti della durata del processo di ossidazione nei centri di raccolta sul contenuto di caffeina delle foglie. La varietà di modi in cui si può adulterare o sofisticare il tè è davvero impressionante (per fortuna in occidente non c'è convenienza economica in queste pratiche).

Se avete letto uno o più altri libri sull'argomento, questo sarà davvero illuminante. Alla fine della lettura riuscirete finalmente a distingure quali sono le leggende metropolitane e quali i veri valori con cui giudicare la qualità delle foglie e la preparazione degli infusi. Se non siete addentro all'argomento, non vedo modo migliore di iniziare.

LLP, Andrea

P.S. L'appendice entra molto nel dettaglio delle reazioni chimiche che avvengono sia durante la preparazione industriale che durante l'infusione del tè. Decisamente consigliata solo a chimici e geek.

lunedì, novembre 13, 2006

Adua - Domenico Quirico

AutoreDomenico Quirico
TitoloAdua
Titolo Italiano
Anno2005
Giudizio****

C’è storia e storia. Quella di Quirico non è mai noiosa, semmai è quasi furiosa fin dalla primissima pagina dove gli eventi si accavallano e si inseguono sullo sfondo della tormentata Etiopia. Poi man mano che si va avanti, all’apparizione degli italiani sull’altipiano, s’insinua il sospetto che c’è qualcosa che ci riguarda da vicino. Quel primo breve capitolo sull’Etiopia affermerei che quasi si rimpiange che sia così breve, si vorrebbe sapere di più su quella terra esotica e strana e del suo impero fuori del tempo, ma per fortuna veniamo subito calamitati dalla descrizione dell’Italia fin-de-siecle. Qui apprendiamo che quel mondo non era poi tanto meno esotico e strano dell’Etiopia. Colpisce soprattutto come la vita assumesse strane forme: chi può immaginare le difficoltà economiche di un ufficiale di cavalleria alle prese con le spese di rappresentanza o semplicemente di scuderia. E poi la tragicomica rivalità tra piemontesi e napoletani. E che dire dei maccheroni del generale Primerano. C’è una buona attenzione alla storia sociale e materiale che sullo sfondo delle beghe politiche rende il quadro molto vivido.
Ma nonostante le italiche “esoticherie” procedendo avanti riconosciamo come il sospetto divenga certezza: molti dei difetti nazionali apparivano già all’epoca. Le rivalità personali che oltrepassano il senso dello stato, l’approssimazione e il dilettantismo nelle questioni tecnico-scientifiche, l’invadenza dei burocrati, e non ultima la pessima tendenza al far prevalere i costrutti teorici nei confronti della pratica, cosa che in campo militare è notoriamente devastante. Questa parte è la più interessante forse per chi vuole capire la “mente italiana” fin dal suo nascere con le sue rivalità anche geografiche ed elitarie, sebbene si vede anche qui una certa fretta di andare avanti dell’autore. La fase pre-Adua è un poco frettolosa a dire il vero e il lettore attento ha difficoltà a seguire una cronologia piuttosto vacillante, mentre nel sequito, quando si tratta di descrivere le operazioni sul terreno, i tempi sono scanditi molto bene; ma a parziale giustificazione possiamo dire che il libro sarebbe diventato molto pesante se alla disamina socio-politica si fosse aggiunta anche una dettagliata descrizione degli eventi precedenti la battaglia.
Arriviamo così al vero cuore del libro, la dettagliata descrizione della battaglia di Adua del 1896 tra il corpo di spedizione comandato dal governatore dell’Eritrea, il generale garibaldino Oreste Baratieri, e l’esercito scalcagnato di Menelik II. Precede questa l’accurata ricostruzione dell’informale riunione tra generali nella quale le basi del disastro sono poste con la definizione di una strategia di attacco ambigua (l’annoso problema filosofico delle regole d’ingaggio esisteva anche allora nella mente del politico-generale Baratieri). Nel corso della battaglia gli errori teorici causano la catastrofe in primis la cartografia affidata ad uno “schizzo” del campo di battaglia fatto distribuire dal generale Valenzano che è palesemente sbagliato come si vede molto bene anche dalle due carte riportate nel libro. E poi le difficoltà del terreno, non rilevato che in modo approssimativo, fanno il resto: la brigata Dabormida si perde in un vallone laterale separandosi dal resto dell’armata segnando la propria condanna e quella delle altre due colonne già in difficoltà. Come in un’epopea salgariana gli abissini vanno alla carica tra urla furiose e schioppettate maldirette, ma sono all’incirca centomila e anche se i nostri impassibili generali si comportano sì alla Yanez da uomini coraggiosi, freddi e incuranti della morte, la frittata è ormai fatta. La descrizione di Quirico non lascia scampo agli errori italiani ed è ben costruita sia dal punto di vista spaziale che temporale (mancherebbe solo qualche fotografia anche recente del terreno delle ambe e dei valloni, ma sono curiosità per i lettori appassionati geografi).
Possiamo pensare che ben gli sta ai nostri antenati colonialisti da strapazzo, ma appare chiaro che gli abissini non avrebbero mai vinto contro un esercito europeo ben schierato e con i collegamenti in ordine, com’è sempre accaduto quando inglesi o francesi avevano qualche problemino nelle colonie. Quello che è veramente incredibile è come poi come Baratieri, tornato in Italia, fu alla fine assolto nel processo intentatogli. Un processo non processo con la sentenza già scritta come è abituale costume italico, in cui non ci sono i responsabili e non si capisce mai di chi è la colpa, e che sarà certo un modello per molti processi futuri anche recenti della nostra storia.
Più che il revanscismo fascista al quale il sottotitolo rimanda, fatto storico ormai lontano nel tempo e nel sentire quotidiano e che è materia di un lungo dibattito tra storici, il libro a mio parere si apprezza proprio per le similitudini con il modus operandi dello stato italiano e più in generale delle classi dirigenti italiane anche in quest’apparentemente lontano inizio di terzo millennio. Rispetto ad oggi l’Italia fin-de-siecle ci apparirà lontana ed esotica, ma viceversa sembra che le nostre classi dirigenti siano rimaste le stesse di un secolo e più fa.

martedì, ottobre 10, 2006

Imperium - Robert Harris

AutoreRobert Harris
TitoloImperium
Titolo ItalianoImperium
Anno2006
GiudizioCrudo, godibilissimo, troppo romano

Harris ci è riuscito di nuovo, ha scritto un libro che è riuscito ad entusiasmarmi quasi quanto Fatherland ... ma forse è meglio partire dall'inizio.

In breve, Imperium è l'ultima fatica di Robert Harris, già autore di romanzi della levatura di Enigma, Fatherland e Pompeii. Il romanzo è una sorta di biografia romanzata di Marco Tullio Cicerone, incentrato sulla carriera politica dell'avvocato romano passato alla storia come il più grande oratore di tutti i tempi. Leggo, inoltre, dalla seconda di copertina che questo romanzo è il primo di una trilogia dedicata a tre diversi personaggi latini che vissero la transizione dalla repubblica all'impero.

Tirone Marco Tullio, il segretario di Cicerone, scrisse in vecchiaia una biografia dell'oratore. Tale libro è andato perduto nelle oscurità del medioevo. R.H. si è quindi calato nella parte di Tirone ed ha "reinventato" la perduta biografia.

Devo dire che il romanzo non è scorrevole come il precedente Pompeii poichè all'accuratezza storica si aggiunge la necessità di spiegare le complesse regole della struttura politica dell'antica repubblica romana. Nonostante questo serio handicap R.H. riesce a trascinare il lettore nei vicoli della Roma del primo secolo a.c. al seguito degli oscuri personaggi che vi tramavano per conquistare l'Imperium manovrando bustarelle e comprando voti.

Credo che il lettore medio non apprezzerà molto quest'opera, troppo cervellotica. La raccomando invece a chiunque ami la storia romana e l'intrigo politico.

LLP, Andrea

martedì, ottobre 03, 2006

Il segreto dell'uovo sodo - Len Fisher

AutoreLen Fisher
TitoloHow to dunk a doughnut
Titolo ItalianoIl segreto dell'uovo sodo - La scienza della vita quotidiana
Anno2003
GiudizioLibro di nicchia contro l'ignoranza scientifica


Questo libro si inserisce nella corrente della collana della "Lente di Galileo". Non lo consiglierei certo per una lettura di svago, ma ci sono delle curiosità interessanti. Se avete letto con piacere "Pentole & provette" di Hervè This o Matematica: "corso di sopravvivenza" di Bersani Peres allora questo libro fa per Voi. Capire perché la carne va tirata fuori dal forno 40 min. prima di essere servita, o comprendere la dinamica del volo di un boomerang sono dei concetti IMOO stuzzicanti.

In due parole un libro che va preso come spunto se avete voglia di ripassare un po di fisica guardandoVi attorno nella vita di tutti i giorni.

La ragazza e il professore - Jean-Claude Carrière

AutoreJean-Claude Carrière
TitoloEinstein s'il vous plait
Titolo ItalianoLa ragazza e il professore
Anno2005
Giudiziostimolante


Cosa si può chiedere di più ad un libro se non fare una chiacchierata con una della grandi menti del passato? Beh questo libro è proprio questo.
Una mente superiore riesce a vivere al di là del tempo e dello spazio, o trattandosi di un libro che celebra Einstein, dello spazio-tempo, ed una fanciulla, non si sa come ne perchè, riesce a trovare l'uomo che ha cambiato la visione del mondo. Lo vede affrontare in una discussione dialettica un altro grande genio Newton. Quest'ultimo sarà costretto ad ammettere di essere superato e che le sue idee, per quanto geniali, ora sono solo curiosità storiche, così come un giorno accadrà ad Einstein.

Vista la mia formazione trovo il libro carente dal punto di vista dell'approfondimento scientifico, ma di certo non mi aspettavo di trovar spiegata la teoria della relatività da quest'autore che a quanto capisco non ha una adeguata preparazione.
Tuttavia il dramma umano della vita di Einstein e ben riportato e vale la fatica di leggerlo.

lunedì, settembre 25, 2006

[curiosità] Da staccare

Ieri mi è capitata tra le mani una copia di uno di quei giornali dei programmi televisivi, di quelli particolarmente orientati al pettegolezzo. Sulla copertina campeggiava il titolo seguente:
DA STACCARE: La trama del libro di Silvio Muccino.
Sono rimasto un attimo perplesso prima di vedere il fondo dell'abisso di degradazione in cui siamo caduti.

Non solo [noi, gli italiani] non troviamo più il tempo di leggere, non abbiamo più l'abitudine di leggere ma adesso troviamo normale STACCARE, leggere e, magari, conservare il riassunto del libro/moda del momento?

Altro che scrivere un blog in cui commentare i libri che si sono letti.

Depresso, Andrea

venerdì, settembre 01, 2006

The man who fell to Earth - Walter Tevis

AutoreWalter Tevis
TitoloThe man who fell to Earth
Titolo ItalianoL'uomo che cadde sulla Terra
Anno1963
GiudizioBen caratterizzato ma un po' troppo "alieno"

La storia di per se è molto semplice: un alieno scende sulla Terra con la missione di mescolarsi ai terresti (che conosce solo attraverso la televisione), divenire ricchissimo e costruire un'astronave che gli consentirà di portare sulla Terra gli ultimi superstiti della sua razza antica e "superiore".

Come spesso accade la trama del romanzo è secondaria allo scopo dello stesso. Quello che conta nella storia è l'interazione, anzi la non interazione, tra l'alieno e l'umanità. Centro dell'opera sono la solitudine e l'alienazione dell'alieno che non riesce a trovare nell'umanità stimoli ed empatia tali da sopportare la vita.

Il motivo per cui questo libro è tanto famoso tra i lettori di fantascienza è l'eccezionalmente ben descritta figura del protagonista: l'alieno che attraverso vari stadi di decadenza progressiva cadrà nella depressione e nell'alcolismo e negherà ad entrambi i popoli (gli antheani ed i terresti) l'ultima speranza di sopravvivenza. Nonostante il fatto che la descrizione del protagonista sia davvero ben realizzata ci sono due cosette che secondo me rovinano l'opera: l'alcolismo e la mancanza di descrizione degli antheani.

L'alcolismo è, per fortuna, ancora un problema molto più statunitense che nostrano. Non rientra (rientrava?) nella nostra cultura mediterranea l'istupidirsi con i liquori, per cui mi risulta difficile immedesimarmi in una società dove questo sia cosi facile e "normale". D'altro canto l'esperienza di alcolista dell'autore dev'essere stata fondamentale nella definizione del personaggio, per cui non credo se ne potesse fare a meno.

Viceversa la causa scatenante della depressione è sfumata e non sufficientemente definita. Si intuisce che molto, forse tutto, dipende dalle differenze culturali tra antheani e umani ma non c'è una descrizione di queste differenze. Come posso immedesimarmi in un personaggio che non fa altro che ripetere: "si fidi di me, noi antheani siamo enormemente superiori ma nonostante questo ..." ma non spiega perché. Non c'è confronto, non c'è motivazione, non c'è progressivo instaurarsi della difficoltà. L'autore è troppo concentrato sulla descrizione degli stati d'animo e sugli effetti della depressione e dell'alcolismo per concentrarsi sulle motivazioni del personaggio. Forse però è solo una mia illusione che un “depresso” debba avere, almeno all'inizio, una motivazione logica per sentirsi triste.

A peggiorare le cose c'è il fatto che l'autore descriva gli umani come una società irrecuperabile ed incapace di salvarsi da sola. Io sono un ottimista inguaribile, ho una grande fiducia nelle capacità di auto-conservazione dell'umanità. Peccato che Tevis sia morto prima di vedere la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda che secondo Newton (l'alieno) ci avrebbe portato all'estinzione in pochi anni.

Alla fine della lettura avevo la sensazione di avere tra le mani un opera scritta benissimo ma nella quale non ero riuscito ad immedesimarmi e dal messaggio irritante. Decidete voi se questo è un consiglio a leggere l'opera o a lasciarla perdere.

LLP, Andrea


domenica, giugno 04, 2006

Fermat's Last Theorem - Singh Simon

AutoreSingh Simon
TitoloFermat's Last Theorem
Titolo ItalianoL'ultimo teorema di Fermat
Anno1997
GiudizioInteressante

"Cuius rei demonstrationem mirabilem sane detexi hanc marginis exiguitatis non caperet" non sapremo mai se Pierre de Fermat avesse realmente questa "demonstrationem mirabilem", ha portato con se il suo segreto.
Chi mi conosce sa bene che io sono uno di quelli che sogna di "andare coraggiosamente là dove nessuno è mai giunto prima....." beh il libro in esame "l'utimo teorema di Fermat" è qualcosa di più: una sfida lanciata da un semisconosciuto genio della matematica, un confronto con le più grandi menti del diciassettesimo secolo.

Eulero, Cauchy, Goedel, Gauss... questi sono solo alcuni dei nomi che si possono associare a questa sfida che ha resitito per tre secoli e mezzo. Leggendo questo libro non farete solo una cavalcata attraverso i secoli, ma Vi potrete prendere una piccola rivincita contro quei mostri sacri che hanno tormentato con i loro teoremi tutti coloro che hanno studiato analisi matemetica.

In effetti quello che sorprende dell'ultimo teorema di Fermat e che a dispetto dela semplicità della sua formulazione, i mezzi matematici per la sua dimostrazione sono stati creati solo nel ventesimo secolo.

xn+yn+=zn+ vale solo per n=2.


Questo libro parte da Pitagora narrandone il genio ed anche qualche lato oscuro.... da la giusta luce a geni sconosciuti.... quanti di voi sanno che una donna, Sophie Germain, nel 1600 era una delle menti più geniali di Francia? Chi di voi conosce il genio di Galois che la notte prima di morire getto le basi di buona pare della teoria dei numeri?Andrew Wiles, questo nome lo ricorderò d'ora in poi, è stato il primo a dimostrare il Teorema di Fermat e ad aggiudicarsi il premio di cinquantamia dollari messi in palio dal ricco mecenate tedesco Wolfskel dopo una delusione d'amore, ma se volete saperne di più dovrete leggerlo da voi, come da voi dovrete scoprire come questo novello genio abbia raggiunto il suo sogno di adolescente.

Una appendice discreta consente ai volenterosi un ripasso di qualche dimostrazione ormai dimenticata.

mercoledì, maggio 24, 2006

[curiosità] Suggerimenti naive

Cito testualmente dal sito di "La Feltrinelli":
Suggerimenti

Se vi interessa "Buona Apocalisse a tutti!" di
Terry Pratchett, Neil Gaiman, allora non potete perdervi:

* Il libro ritrovato di Bach Richard - Rizzoli
Non riesco a capire se sia peggio la traduzione in italiano del titolo del libro ("Good Omens" in originale) od il suggerimento ad organo riproduttivo di quadrupede domestico.

LLP, Andrea

giovedì, maggio 18, 2006

The Time Traveller's Wife - Audrey Niffenegger

AutoreAudrey Niffenegger
TitoloThe Time Traveller's Wife
Titolo ItalianoLa moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo
Anno2003
GiudizioMolto carino

Il mio rapporto con questo libro è stato contrastato fin dal momento in cui l'ho visto per la prima volta in libreria. Sono stato immediatamente attirato dal bellissimo titolo (per fortuna tradotto letteralmente) ma altrettanto immediatamente sono stato disgustato dalla quarta di copertina. Questo è stato uno dei casi in cui mi sono domandato se le persone che scrivono le "quarte" le assumano deficienti apposta. Cito testualmente:
Non lasciatevi ingannare. La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo è tutto tranne che un romanzo di fantascienza, o una bizzarria letteraria in cui si fatica a entrare.
Per convincermi a leggerlo ci sono voluti: parecchi mesi, alcune amiche che me ne hanno parlato bene e, last but not least, una fidanzata disposta a regalarmelo.

Sfondo del romanzo è la vicenda di uomo costretto a viaggiare nel tempo senza possibilità di controllare i suoi spostamenti (quantum leap insegna), lanciato nel tempo senza una destinazione, senza una risorsa, nudo come un verme e costretto ogni volta a caversela con la sua sola inventiva.

Contrariamente a quello che potreste immaginare, il romanzo non è incentrato sulle sue peripezie ma su suo rapporto con la moglie, la donna che ogni volta rimane "avanti" nel tempo ad attendere il suo ritorno sperando che non ritorni troppo danneggiato.

La più grande difficoltà che la Niffenegger affronta egregiamente in questo romanzo è quella di descrivere le intricate vicende temporali dei due protagonisti senza perdersi il lettore per strada. Vi assicuro che non deve essere stato facile ma in parte con il semplice espediente di cambiare di rado il punto di vista del narratore ed in parte con continui richiami a punti fermi temporali, l'autrice è riuscita a produrre un opera facilmente leggibile anche da chi non è abituato alle "pippe" spazio-temporali. Riuscendo ad introdurre gradualmente situazioni temporalmente sempre più intricate fino ad arrivare al divertentissimo giorno del matrimonio.

Quello che invece non mi è piaciuto è il senso di predeterminazione che incombe sui protagonisti. Durante i viaggi temporali, le cose vengono lasciate succedere perchè devono succedere, perchè sono "già" successe. Una visione fatalista che suppongo sia inevitabile in un viaggiatore del tempo ma altresi che non è giustificata adeguatamente nel romanzo. Avrei voluto assistere a qualche tentativo, ad un evento che giustificasse l'instaurarsi di questo fatalismo.

Concludo consigliando a tutti questo romanzo. A costo di dar ragione alla "quarta", se vi dovesse capitare una di quelle "fidanzate" che di fantascienza non vogliono proprio sentirne parlare, quest'opera potrebbe essere perfetta per scioglierla (anche se il mio consiglio principale rimane sempre quello scappare molto lontano da chi non apprezza la fantascienza).

LLP, Andrea

mercoledì, maggio 03, 2006

Orcs Trilogy (II e III) - Stan Nicholls

AutoreStan Nicholls
TitoloLegion of Thunder, Warriors of the Tempest
Titolo ItalianoLe leggioni del tuono, I guerrieri della tempesta
Anno1999, 2000
GiudizioInsipido, un occasione persa.

Scrivevo alla fine della recensione del primo volume della saga:
Non so cosa consigliarvi, dipende tutto dai successivi romanzi. Le premesse per un esplosione ci sono tutte. Questa storia o decollerà alla grande fra la fine del secondo romanzo e l'inizio del terzo o sarà una solenne fregatura. Vi farò sapere.

Purtroppo la saga non è proprio decollata. Non è neppure brutta, è ben articolata e scorrevole ma neppure di un centrimetro sopra la media.

In realtà credo di essere rimasto deluso perchè il fatto che i protagonisti di questa serie fossero degli orchi mi aveva fatto sperare in un punto di vista nuovo, in qualcosa di originale. Invece, alla fine, gli orchi si rivelano i solito eroi triti e triti. L'unica cosa che fanno di "orchesco" è dilaniarsi nel dubbio "combattiamo per tutte le razze oppresse o solo per noi stessi?".

Anche il finale mi ha deluso, il mistero delle visioni del capitano orco era proprio banale ed il mega-mago che spunta alla fine per dargli una mano con la classica agnizione era da manuale dello scrittore di fantasy dilettante.

LLP, Andrea

venerdì, aprile 28, 2006

Oceanic - Greg Egan

AutoreGreg Egan
TitoloOceanic
Titolo ItalianoOceanic
Anno1996
GiudizioInteressante. Un punto di vista nuovo sul conflitto da scienza e religione.

In questo romanzo breve, Egan descrive l'esperienza di uno scienzato ferventemente credente che improvvisamente si vede costretto a riesaminare tutte le sue convinzioni a seguito di una sua brillante scoperta.

Il protagonista, da bambino, passa attraverso un rituale d'iniziazione religiosa che lo porta ad una chiara ed inequivocabile rivelazione della divinità. Il resto della sua vita è sorretto dalla sua fede incrollabile e, di conseguenza, si muove un po' con i paraocchi in questa lontana colonia della Terra.

Il lettore gode nel romanzo di un punto di vista privilegiato sia perchè è estraneo alla società del protagonista sia perchè possiede un pò di informazioni di prima mano sulla reale società della Terra da cui provenivano originalmente i coloni (che invece i coloni hanno "dimenticato"). In questo modo il lettore può facilmente vedere i meccanismi psicologici e sociali che hanno portato alla formazione delle religioni del pianeta.

La svolta avviene quando lo scienziato addiviene ad un'eccezionale scoperta che lo costringe a rivedere completamente le sue convinzioni. Riuscirà a raccogliere i cocci della sua fede o scivolerà nell'ateismo? Sarà forse ricordato come l'uomo che distrusse le basi della sua stessa chiesa?

L'unico limite di quest'opera è la sua lunghezza. L'idea è troppo articolata per poterla sviscerare in scarse 150 pagine. Alla fine sono rimasto leggermente insoddisfatto, lasciato con un senso d'incompiutezza.

LLP, Andrea

P.S. Questo romanzo ha vinto il premio Hugo 1999

mercoledì, aprile 26, 2006

Nous, les diex - Bernard Werber

AutoreBernard Werber
TitoloNous, les diex
Titolo ItalianoOmicidio in paradiso
Anno2005
GiudizioUna noia mortale.


Il libro tratta sostanzialmente di un gruppo di angeli custodi che vengono inviati in una speciale scuola dove studieranno per divenire divinità. Il romanzo è presentato come un "triller" dai soliti redattori cani della Mondadori che non sapendo come definire l'opera cercano di spacciarla per una specie di giallo (annullando le ultime possibilità che il romanzo venga apprezzato).

Praticamente si tratta della descrizione di una lunga partita multi-player a Civilization condita dai pettegolezzi sulle relazioni interpersonali degli studenti.

In teoria il mistero dell'assassino che imperversa tra gli studenti e quello che circonda il misterioso abitante della sommità dell'olimpo doverebbero tener desta l'attenzione del lettore. Purtroppo tali misteri sono seppellite sotto una tale quantità di sciocchezza new-age da perdere ogni patos.

Mi conoscete, io ho sempre una parola buona per tutti ma stavolta neppure la mia venerata maestra Riccioli d'oro potrebbe trovare qualcosa di positivo in quest'opera.

LLP, Andrea

martedì, aprile 18, 2006

The Fabric of the Cosmos: Space, Time, and the Texture of Reality - Brian Greene

AutoreBrian Greene
TitoloThe Fabric of the Cosmos: Space, Time, and the Texture of Reality
Titolo ItalianoLa trama del cosmo: Spazio, tempo, realtà
Anno2004
GiudizioChiaro e diretto. Davvero godibile.

Da parecchio tempo non trovavo il tempo e le energie mentali per affrontare un testo di questa complessità. Gli orari infami che faccio per lavoro ed il non trascurabile dettaglio di aver dormito a casa due sole volte negli ultimi 10 mesi non mi hanno certo aiutato. Abituato oramai a leggere solo narrativa (che si legge molto più facilmente) per me è stata una sensazione tutta da riscoprire il fatto di girare per quasi un mese con lo stesso libro(1) sotto il braccio.

L'autore e' un professore universitario di fisica che si occupa di divulgazione scientifica da molti anni(2). Credo che il suo libro più famoso sia The Elegant Universe (L'Universo Elegante) sulla M-Teoria. Quello di cui vi parlo oggi è sicuramente il più recente (ed aggiornato) dei sui testi.

Questo libro è sostanzialmente un lungo escursus sulle ultime scoperte ed ipotesi della fisica moderna. Nella prima parte dell'opera, partendo dalla fisica newtoniana, ripercorre gli ultimi due secoli di evoluzione della nostra visione del mondo trattando la storia della cosmologia da un lato e della fisica quantistica dall'altra. Nella seconda parte si addentra nel campo delle recenti teorie che tentano di costruire un modello omogeneo e completo dell'universo mettendo assieme le teorie cosmologiche con la fisica delle particelle(3).

Non sono qualificato per giudicare la correttezza formale dell'opera ma posso garantirvi che le spiegazioni e gli esempi utilizzati per veicolare i concetti erano molto facili da comprendere. Inoltre per ogni esempio, l'autore si è preoccupato di spiegare perchè l'esempio stesso poteva essere fuorviante se preso troppo fuor di metafora. Anche per quello che riguarda il confronto tra le varie teorie candidate a spiegarci l'universo mi è parso che l'autore si preoccupasse molto di trattarle obiettivamente, descrivendone pregi e difetti (indicando tra l'altro chiaramente quali fossero le sue preferite).

Un vero peccato per l'appassionato di fantascienza, quale son'io, che la trattazione di quelle ipotesi più azzardate quali i viaggi nel tempo e il teletrasporto sia relegata ad un frettoloso accenno negli ultimi capitoli. Non si può avere tutto dalla vita e comunque dopo 450 pagine sarebbe stato decisamente troppo per il lettore medio.

In sostanza, ve lo raccomando sia per la completezza e la chiarezza della trattazione sia per l'onesta intellettuale che sembra pervadere l'opera. Devo però avvisare i miei due lettori che, inevitabilmente, un certo allenamento a frapporre un modello matematico tra se ed il mondo reale non è certo di ostacolo alla lettura del libro.

In fine, un paio di note sulla traduzione. Premesso che e' decisamente ben fatta, ci sono un paio di svarioni che mi hanno assai divertito e non posso non segnalarvi. Il primo è il fatto che il gatto ed il topo che si sfidano a duello (negli esempi sulla relatività) in alcuni capitoli si chiamano Tom e Jerry ed in altri Grattachecca e Fichetto (sospetto che la traduzione giusta sia la seconda). Il secondo è molto ben nascosto ed è il tipico errore introdotto da quegli strumenti satanici chiamati correttori automatici, per trovarlo vi invito ad osservare con molta molta attenzione le immagini del capitolo sulla M-Teoria.

LLP, Andrea

(1) Giuro che nella prima stesura avevo scritto "romanzo" invece che "libro".

(2) Almeno trenta, tanto è vero che in un film che ho rivisto da poco ("Frequency" con Dennis Quaid e James Caviezel) c'è una simpatica scena in cui la telecamera salta avanti ed indietro nel tempo sui due protagonisti che, a distanza di trent'anni, stanno entrambi guardando in televisione un'intervista a Greene che parla degli universi paralleli.

(3) Tentativi ben lontani dall'ottenere un risultato a quanto pare.

(n) Leggere i testi di divulgazione scientifica fà male, ho preso l'abitudine di riempire i miei testi di note a pie' di pagina.

giovedì, aprile 06, 2006

Under the frog - Tibor Fischer

AutoreTibor Fischer
TitoloUnder the frog
Titolo ItalianoSotto il culo della rana (in fondo a una miniera di carbone)
Anno1992
GiudizioIronico, incalzante


E' il romanzo che ha decretato il successo di Tibor Fischer. L'ho scoperto dopo aver letto "La gang del pensiero" sempre di Fischer, scoperto a sua volta per caso (appena ho un attimo ve ne devo parlare).

Ambientato in Ungheria tra la fine della seconda guerra e la rivoluzione del 1956, il romanzo (immagino che si possa definire romanzo storico) racconta l'arte del totale far niente di un gruppo di ragazzi ungheresi. Le condizioni ambientali non sono le più favorevoli per questo tipo di inattività. Si tenga presente che alla fine della seconda guerra mondiale non furono molti i paesi che ebbero la fortuna dell'Ungheria, ovvero quella di passare dall'oppressione del totalitarismo nazista tedesco a quella del totalitarismo socialista sovietico. [Essere "sotto il culo della rana in una miniera di carbone" è il modo di dire ungherese per indicare di trovarsi non proprio nel posto più simpatico del mondo.]

Tra un sequestro dell'AVO (polizia segreta del governo), un finto-lavoro-copertura ed una goliardata, Gyuri - «alieno di classe», alla ricerca del proprio io, di una via di fuga da Budapest ma soprattutto «di una scopata» (è una citazione :) ) - e Patakki - mentore del primo, anarchico menefreghista - ci presentano la realtà in cui vivono e pregi (pare pochi) e difetti di un popolo (ad un certo punto Fisher parla del suicidio per impiccagione come "sport nazionale").

Un modo come un altro per affrontare il regime ... come fare altrimenti? Con una rivoluzione?

Ancora una conferma del fatto che per parlare di certi argomenti la via migliore è l'ironia amara.

sabato, marzo 25, 2006

Winterfair Gifts - Lois McMaster Bujold

AutoreLois McMaster Bujold
TitoloWinterfair Gifts
Titolo ItalianoFesta d'inverno a Barrayar
Anno2003
GiudizioDivertentissimo e romantico

Dal momento dell'annuncio dell'uscita di questo romanzo fino al giorno in cui è realmente uscito, ne ho controllato come prima cosa ogni mattina la disponibilità sul sito di una nota catena di librerie. Nell'ultima settimana sono andato più volte in libreria a controllare casomai il sito non fosse stato aggiornato. Il libro è uscito ieri e, naturalmente, ieri notte l'avevo finito.

Qualcuno potrebbe aver intuito che *adoro* questa autrice. In paricolare il ciclo dei Vor è sicuramente la mia serie di fantascienza preferita. Ora che ho confessato che *non* sarò obiettivo in questa recensione, a mia difesa posso citare il fatto che la Bujold è nota nell'ambiente della fantascienza come la signora degli Hugo per la quantità incredibile di premi letterari che ha vinto (tra cui cinque premi Hugo e due premi Nebula).

Questo romanzo breve è un oggetto strano poichè nato con l'intento di dimostrare che fosse possibile miscelare due generi molto diversi nelle loro caratteristiche: la fantascienza ed il romanzo sentimentale (intendo proprio il genere che in Italia si definisce "Harmony").

Non avete idea di cosa possa succedere quando un'autrice dotata dell'ironia e della fantasia sconfinata di LMMB decida di scrivere una storia del genere. D'altro canto, poche altre autrici di romanzi sentimentali si possono permettere un romantico personaggio femminile come Taura: 140 chili di muscoli per circa 2 metri e mezzo di incursore di fanteria spaziale geneticamente modificato (per tacer delle zanne) vestita di rosa confetto. Voi avreste mai il coraggio di baciarla?

Il romanzo sarà sicuramente adorato da tutti i fan della serie ed apprezzato da coloro che non abbiano mai letto nulla della stessa. LMMB si è assicurata di introdurre adeguatamente i personaggi senza fare affidamento sulla conoscenza della serie. Certo coloro che non conoscessero la serie si perderanno un bel po' di sfumature ma non si può avere tutto dalla vita.

Devo dire che questa storia non è certo il meglio del ciclo dei Vor ma cosa volete da un romanzo breve costretto a rivaleggiare con calibri del livello di Memory e The Warrior Apprentice (L'Apprendista Ammiraglio)? Miracoli?

Un ultima affermazione che potrete capire solo dopo aver letto il finale: Ivan sei un mito! Sto ancora ridendo.

LLP, Andrea

P.S. Per tutti quelli che volessero scoprire questa fantastica saga continuo a suggerire di iniziare da The Warrior Apprentice, recentemente ripubblicato in edizione economicissima.

mercoledì, marzo 22, 2006

Der Nazi & der Friseur - Edgar Hilsenreth

AutoreEdgar Hilsenreth
TitoloDer Nazi & der Friseur
Titolo ItalianoIl nazista & il barbiere
Anno1977
GiudizioPiacevole sorpresa, per me che non conoscevo l'autore. Uno humor nero tutto particolare e narrazione originale.


Con humor nero e brutale in un susseguirsi di situazioni grottesche (c'è da chiedersi se non sia forse il modo migliore) Hilsenreth gioca violentemente con i pregiudizi sulla presunta razza ebraica (Max Shultz è si ariano al 100% - seppur figlio di una prostituta - ma ha tutti i tratti somatici delle caricature degli ebrei, naso a becco, occhi da rospo, capelli scuri) e con l'apologia del nazismo ("erano loro a dare gli ordini").

In più scrive con la ferocia di chi certe atrocità le ha subite.

E così, lo sterminatore ariano Max Shultz diventa il barbiere ebreo Itzig Finkelstein, dribblando processi e forca.Max, figlio di puttana (tecnicamente intendo), vittima delle violenze del patrigno, frustrato, col cervello bacato, dopo aver trascorso un' infanzia durante la quale è quasi adottato dalla famiglia del suo amico Itzig - ebreo biondo con gli occhi azzurri da cui impara l'jiddish, le preghiere, i canti e le ricorrenze religiose - si fa affascinare dalle tesi di Hitler e diventa un militante delle SS.

Di ritorno dal campo di concentramento dove ha fatto una brillante carriera da sterminatore, con un sacco di denti d'oro da rivendere, sopravvissuto ad un inverno polacco ed alle ricerche dei russi, una volta a Berlino a Max basta una cironcisione ed un taguaggio per assumere l'identità di Itzig (lui pur somigliando ad un tedesco non ce l'ha fatta) e mettersi alle spalle migliaia di omicidi. O almeno così crede. In fondo è sempre stato un idealista, e ora che gli ebrei hanno vinto la guerra...

Max (ora Itzig) cerca di truffare anche la propria coscienza, dicendosi disposto a subire una punizione per poter definitivamente tagliare quel passato ed essere redento. Ma qual è l'adeguata punizione per crimini di tale atrocità?

All'inizio ci si chiede a che livello di surrealità arriverà il racconto. Alla fine ci si ricorda che quel livello è stato di gran lunga superato dalle follie di guerra (sia combattuta nei panni di sterminatore tedesco che di partigiano ebreo).

lunedì, febbraio 20, 2006

Perchè leggere George R.R. Martin?

Quella che segue è una traduzione di un commento ai libri del ciclo "A Song of Ice and Fire" (le "Cronache del ghiaccio e del fuoco") di George R.R. Martin. Il commento originale era stato pubblicato su www.amazon.com da un certo Mister Sjem. La traduzione è di Andrea e l'adattamento di Sashan. Speriamo di essere riusciti a rendere il senso delle opinioni dell'autore su GRRM anche se in alcuni punti abbiamo dovuto tradurre ed adattare abbastanza liberamente. Particolarmente difficile è stato lasciar trasparire dall'adattamento il fatto che il testo originale era stato scritto di getto.


Perchè leggere GRRM?

  1. Sei stanco del fantasy di genere
  2. il Ragazzo Buono che sconfigge il Signore Oscuro contro ogni probabilità. Il ragazzo rappresenta lo stereotipo del bene, nè lui nè nessuno dei suoi compagni muore nonostante le loro avventure siano decisamente pericolose. Oppure il Buono e Nobile Re che salva il suo popolo. O ancora la Bella Principessa che si innamora del Ragazzo Plebeo nonostante la loro estrazione sociale sia differente. Il Signore Oscuro è esclusivamente malvagio, privo di sfaccettature, i Buoni sono veramente buoni ... leali, corretti e pronti al sacrificio per la loro giusta causa. Hai riconosciuto il genere. Dopo averlo letto e riletto, diventa stantio.

  3. Sei stanco di tutti quegli eroi che continuano a rimanere vivi nonostante corrano continuamente pericoli mortali
  4. oppure, ancora peggio, quando l'autore uccide uno dei personaggi principali solo per farlo tornare in vita più avanti nella storia, specialmente quando è la magia a riportarlo in vita. Invece, generalmente sono i personaggi secondari che muoiono, spesso in situazioni dove non c'è nessun motivo per il quale perdere la vita. Molti autori fantasy amano uccidere questi personaggi per dimostrare che i nostri eroi hanno affrontato un'avventura pericolosa dove si rischia anche di morire!

  5. Sei un patito di storia medievale
  6. questa storia è ispirata alla guerra delle rose e alla guerra dei cento anni.

  7. Ami gli intrighi seri senza avversari stupidi
  8. in questi libri ci sono molti intrighi a diversi livelli. Sono molti i personaggi astuti che partecipano al gioco del trono. Negli altri romanzi fantasy, uno dei contendenti, solitamente il malvagio, non è mai troppo brillante od addirittura è un po' stupido e commette i classici errori che lo portano inevitabilmente alla sconfitta.

  9. Sei interessato ad opinioni di parte e verità differenti
  10. GRRM ha progettato i romanzi in modo tale che ogni capitolo abbia per titolo uno dei personaggi e che l'intero capitolo sia descritto dal punto di vista di quel personaggio. È molto interessante poter percepire la loro visione degli eventi e le loro verità personali. Se presti attenzione, nel corso della trama qualcun'altro citerà quel particolare evento da un differente punto di vista, e questo genere di situazione si vede raramente in altri romanzi. Ultimo dettaglio, il più importante, GRRM non cerca di dirci quale persona abbia percepito correttamente gli eventi. Lascia di proposito un senso di incertezza in modo che si debba indovinare o che ci si debba fare una propria opinione personale.

  11. Leggende
  12. nei romanzi di GRRM capita che molti dei personaggi più importanti siano partiti da lungo tempo o, addirittura, morti. Non si riesce quasi mai a conoscere l'intera storia di tutti i personaggi, GRRM ti offre solo informazioni parziali. Qualcosa che gli altri autori di fantasy dovrebbero imparare per mantenere alta la suspense.

  13. Giochi di parole
  14. se ti piacciono le metafore e le descrizioni, GRRM è l'uomo che fa per te (NdT: indubbiamente questo vale molto di più per la versione in lingua originale).

  15. Molti conflitti
  16. e di tutti i tipi, per giunta. Non solamente combattimenti tra i personaggi principali ma grandi battaglie, agguati e imboscate, duelli di armi e di parole.

  17. Molte sotto trame e complotti multilivello
  18. ogni personaggio ha la sua storia personale e GRRM la fa svolgere in parallelo insieme alle altre. Anche quando la storia si evolve ed i personaggi si disperdono. Questo è uno dei motivi per cui ogni romanzo è lungo tra le 700 e le 900 pagine.


  19. Personaggi con caratteri complessi ed in evoluzione
  20. i personaggi di GRRM non si adattano bene ai soliti stereotipi utilizzati nella maggioranza degli autori fantasy. Alcuni di loro sono rudi, brutalmente intensi e molto realistici. Pochi sono completamente buoni o completamente malvagi. Man mano che la storia procede, GRRM fa in modo che il lettore cambi radicalmente opinione su alcuni di questi. <SPOILER>Questo è vero in modo particolare per Jaime nel terzo romanzo</SPOILER>

  21. Dialoghi medioevali realistici
  22. non al punto che tu non possa capirli ma ben fatti.

  23. Molti simbolismi e molte profezie
  24. se ti piacciono ...

  25. Enigmi eccellenti
  26. è parecchio difficile capire chi sono veramente i colpevoli. GRRM deve aver letto molti gialli.

  27. Personaggi femminili pienamente caratterizzati
  28. il migliore scrittore maschio di personaggi femminili che abbia mai letto. Realistico nel descrivere il modo in cui le donne pensano (NdAndrea: mumble, qui non sono proprio molto d'accordo).

  29. Un mondo con poca magia
  30. in questi primi libri la magia è presente in tono minore. Non è esagerata al punto tale che gli eroi la possano usare continuamente per sfuggire alle situazioni difficili.


Perchè NON leggere GRRM

  1. Ami il tuo personaggio preferito
  2. GRRM è molto bravo nel creare personaggi amabili ai quali è veramente difficile non voler bene. Purtroppo, alcuni di questi personaggi dopo un po' muoiono. Se non è il tuo genere o se sei particolarmente sensibile su questo aspetto non dovresti leggerlo. GRRM uccide molti personaggi, non solo uno. Sei avvisato.

  3. Ti infastidiscono i personaggi sfaccettati o rudi
  4. se ti piacciono i personaggi bianchi o neri, buoni o cattivi, questo romanzo potrebbe turbarti. Ti suggerisco Feist, Goodkind o il ciclo di Dragonlance se vuoi storie più dirette con forti stereotipi.

  5. Ti disorienta più di un punto di vista
  6. se preferisci che l'azione si concenti su pochi personaggi principali, i diversi punti di vista presenti in questa saga potrebbero confonderti.

  7. Bestemmie e sesso
  8. in questa saga ve ne è una grande quantità, come nella vita reale. Se hai le orecchie delicate, questi libri potrebbero irritarti.

  9. Vuoi un punto fermo alla fine di ogni volume
  10. la maggior parte delle trame nella saga è ancora aperta, poche sono state concluse ma, in generale, non riescono a dare il senso di chiusura alla fine di ogni libro. Anzi, se alcune trame sono concluse, altre prendono rapidamente il loro posto e si sviluppano nel corso della saga.

  11. Vuoi un personaggio concreto da biasimare
  12. può capitare in alcune particolari situazioni e su particolari personaggi ma in generale non esistono i buoni e i cattivi in questa saga e quindi potrebbe essere difficile concentrare la propria rabbia su qualcuno <SPOILER>(NdSashan: però almeno qualche Frey dovrebbe morire!)</SPOILER>.

  13. Stereotipi
  14. alcuni lettori amano i personaggi stereotipati perchè sono rassicuranti. Amano i Giovani Eroi (tipo Pug nella saga del Riftwar di Feist). Di solito in un romanzo cerchiamo avidamente un Eroe Rassicurante sul quale proiettare le nostre aspettative. Con l'eccezione di un paio di personaggi non ne troverai molti nella saga di GRRM. Non ci sono supereroi che spicchino tra gli altri personaggi e, cosa ancora più coraggiosa, nessuno che possa lanciare una palla di fuoco al millisecondo o che utilizzi una qualche spada dai poteri eccezionali.

  15. Lunghezza
  16. se non vuoi farti coinvolgere in un lunga saga fantasy ancora in corso, cerca altrove una storia più corta perchè questa è luuuuuuuuuuuunga.

  17. Patriarcato
  18. la maggioranza dei personaggi principali di grande potere è di sesso maschile (con una sola eccezione femminile). Per quanto questo sia realistico in un ambientazione medievale, qualche lettore potrebbe non apprezzarlo e preferire che ci sia più potere per le donne.

martedì, febbraio 07, 2006

Divided Kingdom - Rupert Thomson

AutoreRupert Thomson
TitoloDivided Kingdom
Titolo ItalianoDivided Kingdom
Anno2005
GiudizioSfizioso. Trama non all'altezza dell'originalità dell'idea.

L'idea del romanzo è bizarra ed abbastanza originale. Lo "United Kingdom" è allo sbando, la criminalità dilaga, il governo si rende conto di non essere più in grado di gestire la società e gioca la sua ultima carta: la "Riorganizzazione". Il regno unito diventa quindi il regno diviso del titolo, il territorio viene diviso in quattro "quartieri" e la popolazione deportata nell'uno o nell'altro in base alla teoria medievale degli umori. Ognuno dei quattro quartieri viene dedicato ad uno specifico umore. Le famiglie e gli affetti vengono fatti a pezzi in base all'idea che i malinconici debbano vivere con i malinconici, gli iracondi con gli iracondi e cosi via. Il sistema pare, persino, funzionare grazie ad un misto di suggestione, indottrinamento e condizionamento sociale. In fin dei conti, se tutti si aspettano che tu sia un malinconico, probabilmente lo diventerai.

Sullo sfondo di questa società, l'autore introduce quello che dovrebbe essere il vero argomento: il viaggio sia spirituale che reale del protagonista attraverso se stesso ed il regno alla ricerca di una riconciliazione con i fantasmi dei genitori a cui è stato strappato durante la riorganizzazione.

Proprio in questo viaggio è insita la debolezza del libro. Ho avuto la netta sensazione che il viaggio e l'introspezione del protagonista fossero una scusa studiata a tavolino per fungere da filo conduttore della storia. L'autore aveva in mente questa idea grandiosa del regno diviso e tante immagini ispirate da mostrarci ma non sapeva come legarle l'una all'altra. Ne è risultato un romanzo, per usare un paragone cinematografico, con una grande fotografia, con alcune scene di rara bellezza ma dalla trama trascurata e slegata.

D'altro canto non si può avere tutto dalla vita tranne quando si è sfacciatamente fortunati come il protagonista di questo romanzo.

LLP, Andrea

giovedì, febbraio 02, 2006

Consigli da Tresoldi

Qualche giorno fà un amico mi ha chiesto di suggerirgli alcuni libri da leggere di fantascienza. Lui legge principalmente Fantasy e incuriosito dalle mie letture (principalmente fantascientifiche) mi ha gentilmente posto questa domanda senza rendersi conto del panico che mi avrebbe procurato, una domanda del genere è decisamente imbarazzante. All'inizio mi sono sentito il cervello vuoto come se non avessi letto un solo libro in vita mia. Un attimo dopo sono stato sommerso dai titoli ma quando cercavo di citarne uno mi rimaneva sulla punta della lingua senza riuscire ad uscire.

Comunque, mi sono fatto forza ed ho selezionato alcuni ambiti: space opera, società artificiali, evoluzione umana, ucronia, primo contatto. All'interno di ognuno di questi ambiti ho cercato di selezionare un titolo che fosse tra il "meglio" del genere e che fosse anche facile da trovare in una qualsiasi libreria.

Praticamente un impresa *titanica*! Per di più il risultato scontenterà chiunque legga questa lista. L'idea è quella di fare una rapida panoramica in non piu' di cinque o sei romanzi. Ovviamente si nota decisamente dalla lista la mia preferenza per l'hard sci-fi ma di questo non mi scuso perchè, come dice l'adagio, tutti i gusti son gusti.

AutoreLois McMaster Bujold
TitoloThe Warrior's Apprentice
Titolo ItalianoL'Apprendista Ammiraglio
Anno1991

La Bujold è decisamente la mia autrice di fantascienza preferita. Questo è stato l'unico titolo su cui non ho avuto un attimo di dubbio. Il ciclo dei Vor, di cui questo è il primo romanzo(1), contiene degli autentici capolavori. Non è un caso che la Bujold sia nota anche come "la signora degli Hugo", ha vinto tante di quelle volte il più importante premio annuale per la letteratura di fantascienza (il premio Hugo) da avermi fatto perdere il conto.

Si tratta di una space opera militare classicissima nell'impostazione: navi, tattiche di combattimento basate sui lunghi ritardi delle manovre spaziali, sul controllo dei punti di passaggio obbligati e, per finire, abbordaggi alla maniera dei pirati. L'originalità della storia è tutta nell'eccezionale protagonista: Miles VorKosigan. Quando sei storpio, nano e vivi in una società militarista dove l'onore ed il Servizio sono la misura di un uomo cosa ti rimane come l'unico modo per prevalere? Essere il più intelligente, ovviamente.

AutoreFrank Herbert
TitoloDune
Titolo ItalianoDune
Anno1965

Se avete visto il film, scordatevelo. Se avete visto la mini-serie televisiva, lasciatela perdere anche se, rispetto al film, somiglia vagamente alla storia originale.

Frank Herbert descrive in questo romanzo(2) una incredibile società umana del lontano futuro. Il livello di dettaglio, il modo in cui ogni pezzo delle diverse popolazioni planetarie si incastra nell'ecosistema galattico è spettacolare. L'ecologia di Dune, il modo in cui ha plasmato il pianeta ed il popolo che vi risiede rivelano una incredibile comprensione delle dinamiche sociali. In questo curatissimo universo si muove il nostro eroe, inizialmente trascinato dal suo ruolo cardine dell'evoluzione umana, attraverso innumerevoli livelli di complotto, azioni e messaggi con infiniti significati secondari. Per dirla con l'autore attraverso "trappole dentro altre trappole dentro altre trappole".

Gli appassionati di Fantasy posso cercare di farsi un idea del romanzo immaginando un Tavaren di Robert Jordan impegnato nel gioco delle case in un universo cosi dettagliato e credibile da lasciarsi alle sue spalle anche il Signore degli Anelli.

AutoreTheodore Sturgeon
TitoloMore than human
Titolo ItalianoPiù che umano
Anno1953

Dopo l'umanità del futuro più lontano torniamo ai nostri giorni in una storia che ipotizza l'evoluzione dell'umanità anzi dell'uomo prossima ventura.

Questo romanzo è stata una pietra miliare nella storia della fantascienza. Appare un'epoca storica (gli anni 50) in cui la fantascienza era sinonimo di mostri dagli occhi d'insetto, di azione e di donzelle concupite dagli alieni e mostra una fantascienza nuova, fatta di esseri umani ed ipotesi su quello che essi potrebbero divenire domani.

AutoreRobert Harris
TitoloFatherland
Titolo ItalianoFatherland
Anno1993

L'idea del romanzo è semplice: cosa sarebbe sucesso della memoria dell'olocausto se i tedeschi avessero vinto la seconda guerra mondiale? Tra l'altro, oggi, mentre scrivo queste righe, è il 27 gennaio, il giorno della memoria, data che si adatta perfettamente al libro.

I romanzi su cosa sarebbe successo se la seconda guerra mondiale non fosse finita come è finita sono un classico, se ne contano a decine ma questo si pone parecchio al di sopra della media. Il panorama sociale assolutamente credibile e dettagliato è la vera attrattiva del romanzo. Una società europea dominata dal nazismo descritta in maniera credibile attraverso gli occhi di chi ci vive all'interno, di chi la ritiene semplice e normale perchè non ha mai conosciuto nulla di diverso finchè il caso non gli apre davanti al naso il vaso di Pandora.

Interessante alternativa è "The man in the high castle" di Philiph K. Dick che ho recensito un pò di tempo fà su questo blog e che, diversamente da Fatherland, è incentrato sulla società americana, cresciuta all'ombra del Nazismo, invece che su quella europea. Un altro autore che sono stato in procinto di selezionare per questa categoria è Harry Turtledove, il Maestro con la "M" maiuscola nel campo delle ucronie, ma sono stato costretto a scartarlo perchè le sue opere migliori sono dei cicli di minimo quattro o otto volumi.

AutoreCarl Sagan
TitoloContact
Titolo ItalianoContact
Anno1985

Inizialmente avevo selezionato "La sentinella di Artur Clarke" ma si tratta di un racconto breve non di un romanzo. Mentre palleggiavo l'idea del primo contatto nel vuoto del mio cranio passare da "la sentinella" a Contact il passo è stato breve.

Finalmente non siamo più soli, abbiamo la prova! Gli alieni esistono, ci hanno mandato un messaggio. Spinta da questo evento, incomincia il viaggio di Ellie alla scoperta del significato della Fede. Proprio il confronto/scontro tra Ellie, la scienzata atea, ed il santone mediatico che la osteggia spinge il lettore a notare come in realtà i due personaggi siano simili. Dopo un pò ci accorgiamo di come le differenze siano solo di facciata e che il sentimento della Fede, della fiducia nella scienza, nella matematica ed infine negli alieni di Ellie non sia cosi diverso da quella del santone in Dio.

Anche in questo caso se avete visto il film cercate di dimenticarlo prima di approcciare il romanzo. Per quanto il film sia ben realizzato(3), l'aver rimosso dalla trama tutta la matematica, il modo in cui essa si rivela essere il mezzo di comunicazione con gli alieni e con il Creatore, per far spazio all'inutile ma cinegenico romanzetto sentimentale tra Ellie ed il santone televisivo, ha sminuito di gran lunga il messaggio del romanzo.

Il romanzo varrebbe la pena essere letto anche solo per le ultime due pagine, quelle in cui le costanti dell'universo vorrebbero presentarci Dio e farla da padrone ma vengono messe da parte per far spazio all'amore di una figlia per la madre.

Per concludere, fuori concorso, un rimando a Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams. La carrellata sul "meglio" della fantascienza non sarebbe stata completa senza una citazione di questo capolavoro della letteratura umoristica.

LLP, Andrea

P.S. Notavo rileggendo questa lista di romanzi di fantascienza, che gli alieni appaiono solo di striscio, quasi per caso.

Note:
(1) Voglio sottolineare che il romanzo è assolutamente indipendente ed autocontenuto nonostante sia il capostipite di un ciclo.

(2) A proposito del ciclo di Dune, il primo romanzo è un capolavoro ma, IMHO, il resto del ciclo quasi non vale la pena di esser letto.

(3) Mi costa dirlo, mi costa tanto.

martedì, gennaio 31, 2006

Assassin's Apprentice - Robin Hobb

AutoreRobin Hobb
TitoloThe Farseer: Assassin's Apprentice
Titolo ItalianoL'apprendista Assassino
Anno1995
GiudizioBuono, appassionante, scorrevole

In un mondo in cui il nome che viene dato alle persone di nascita reale, si imprime come un marchio a fuoco nella loro carne e nella loro mente, imbrigliando il loro destino e la loro natura, ad un fanciullo a cui è stato dato il nome di Fitz, "Bastrardo", figlio di "Cavaliere", cosa prepara il destino?

Primo della trilogia dei Lungavista, questo romanzo è un affresco ben fatto, a mio avviso, della prima fase della vita del protagonista, Fitz, che, nato bastardo di un principe ereditario, inizia, di sua scelta, il suo apprendistato come...beh...il titolo mi sembra chiaro, no?
Non voglio dirvi altro sulla trama, non molto almeno. Spero vi sentirete abbastanza incuriositi da quello che leggerete nel seguito, per andare a leggere il romanzo.
Ciò che mi preme mettere in evidenza qui è la qualità con cui il romanzo e' stato scritto.

La signora Hobb, prima di iniziare con questo ciclo, che le ha dato una certa notorietà, ha scritto diversi racconti fantasy per ragazzi. Con il cambio ad un nuovo pseudonimo il suo stile è cambiato radicalmente. In questo romazo, infatti, lo stile che usa ricorda parecchio Martin: un fantasy "adulto", in cui non si riesce a distingure una vera linea di demarcazione tra il bene ed il male, dove cioè nessuno dei personaggi messi in gioco è totalmente "cattivo" o totalmente "buono".
Il lettore si trova immerso in un mondo costituito da intrighi di corte, di pirati che "Forgiano" gli abitanti della costa e soprattutto dal dilemma interiore di un ragazzo. Quest'ultima parte è forse quella trattata un pò più maldestramente, ma che in diversi momenti è comunque capace di rendere a pieno il personaggio.

Una delle cose più interessanti che ho notato è che lo stile e la complessità della storia cresce a mano a mano che il protagonista cresce.
Quando Fitz ha 6 anni, è da qui che la storia incomincia, non si rende conto di ciò che accade intorno a lui e gli avvenimenti con le loro implicazioni sono di difficile comprensione per lui, ed anche al lettore spesso arrivano scarni e rimaneggiati.
Con il passare degli anni però, i fatti diventano più chiari, Fitz si rende conto di essere attore e prigioniero in un turbine di avvenimenti e di situazioni inaspettate, e cerca di capire, insieme al lettore, le diverse sfaccettature dei fatti in cui a volte, anche suo malgrado si viene a trovare.

Un ultima cosa che ho travato piacevole in questo romanzo. Non ci sono animali fantastici o magie mirabolanti in grado di catturare la fantasia o l'immaginazione del lettore. L'impressione che si ha, scorrendo le pagine, è quella di avere una lunga conversazione con qualcuno: qualcuno magari vecchio ed anche un pò saggio, di sentire, dalla sua viva voce, gli eventi che nella sua vita lo hanno coinvolto, intrisi e mitigati dal ricordo e forse da un pò di rimpianto per tempi che non saranno più. Non c'è nulla di realmente spettacolare, si continua ad andare avanti nella lettura "semplicemente" perchè non c'è nessuna ragione per smettere, a me sembra più che abbastanza.

Un'ultima cosa...come dicevo questo è il primo dei tre romanzi. Durante tutta la narrazzione ci sono eventi che lasciano intravedere come le vicende narrate siano marginali rispetto al "grande piano" sotteso all'intero ciclo...che i sei ducati siano solo parte di un mondo più vasto e pericoloso, che verranno forse svelati nei successivi romanzi.
Speriamo che lo siano, senza però lesinare nella qualità dello stile.

Se apprezzate una storia ben scritta...direi che questo romanzo sia una buona scusa per impiegare un paio di pomeriggi uggiosi.

P.D.G.

lunedì, gennaio 30, 2006

Tales of the Otori Trilogy (III) - Lian Hearn

AutoreLian Hearn
TitoloL'Ultima Luna
Titolo ItalianoBrilliance of the Moon
Anno2004
GiudizioSimpatico, scorrevole. All'altezza del resto del ciclo


Si tratta del terzo romanzo de la leggenda del clan Otori di cui ho già recensito i primi due romanzi un pò di tempo fa.

Sarò abbastanza breve. Alla fine della mia precedente recensione mi domandavo se l'uscita del terzo romanzo avrebbe cambiato la mia opinione sul ciclo. Letto il terzo ed ultimo (spero) romanzo del ciclo posso tranquillamente confermare che si tratta di un opera semplice e rilassante senza slanci ne pretese.

Un prodotto ben strutturato, scritto per essere apprezzato dalla maggioranza del pubblico. Un ambientazione originale con alcuni spunti molto interessanti (ad esempio il Nightingale Floor, il pavimento che canta). Qualche colpo di scena era di troppo, un terremoto decisamente molto molto tempestivo nel salvare la pelle dei protagonisti. In compenso, il finale aperto era ben giustificato ed adatto a concludere la storia.

Se avete apprezzato i recenti "wu xia pian" ("wu": marziale; "xia": cavalleresco, cavaliere errante; "pian": nastro, pellicola) che a partire da "La tigre ed il dragone" si sono moltiplicati nelle nostre sale cinematografiche dovreste apprezzare anche questa trilogia, altrimenti ...

LLP, Andrea

martedì, gennaio 24, 2006

Harry Potter and the Half-Blood Prince - J.K. Rowling

AutoreJ.K. Rowling
TitoloHarry Potter and the Half-Blood Prince
Titolo ItalianoHarry Potter ed il Principe Mezzosangue
Anno2005
GiudizioLeggero, scorrevole, interlocutorio. Solo per appassionati del ciclo.

Temo che presentare il "maghetto" più citato dai media dell'ultimo secolo sia evidentemente inutile. Siamo oramai arrivati al sesto capitolo della saga, capitolo che secondo le affermazioni dell'autrice dovrebbe essere il penultimo.

Colui che non deve essere nominato è ritornato ed è in piena attività. Solo Silente si erge come un baluardo contro il panico dilagante. In una cupa atmosfera di paura e sospetto incomincia il sesto anno ad Hogwards. Tra le altre cose una volta tanto saranno i nostri eroi a prendere l'iniziativa nel conflitto.

Questo sesto romanzo è decisamente migliore del precedente. Più lineare, più semplice. Per quanto i fili della storia siano numerosi e gli argomenti trattati parecchi si legge con faciltà e senza tediare il lettore. Decisamente il modo di raccontare le vicende e lo stile sono stati riportati ai tempi felici del terzo romanzo. Questo è decisamente un bene se siete un lettore di 12 anni, peccato che io non sia più un lettore di 12 anni.

Rimane bene inteso che se avete continuato a leggere le avventure del Potter dopo il terzo romanzo o siete degli appassionati o siete dei masochisti.

Il punto debole rimane il cattivo della storia. Alla fine l'unico vero pericolo che si palesa nel romanzo è la paranoia di Harry che oramai vede Draco anche nel latte della prima colazione.

Viceversa gli appassionati delle love story non saranno delusi. Finalmente la madre di Ron riesce a dire qualcosa di intelligente, afferma che in presenza di un grave pericolo mortale (una guerra od un oscuro signore) i matrimoni dilagano. Sospetto che la Rowling avesse la coda di paglia e volesse parare le critiche in anticipo.

A proposito di coda di paglia. Ho il netto sospetto che un'altro degli scopi dell'autrice in questo romanzo fosse quello di farci familiarizzare con l'idea che il prossimo romanzo non sarà l'ultimo della saga. Chi vuole scommettere?

Una rapida scorsa ai colpi di scena a cui J.K.R. tiene tanto: Il finale con il solito passaggio a miglior vita era prevedibilissimo, viceversa l'identità del Principe Mezzosangue era ben studiata. Ma la vera domanda è: chi gli ha fatto il pacco con il mattone nella migliore tradizione napoletana? L'iscrizione sull'orcrux era clamorosa.

Il commento finale in breve: leggetelo solo se siete davvero appassionati, questo romanzo serve solo a preparare le "mazzate" del prossimo romanzo.

LLP, Andrea

P.S. Oramai sono aperte le scommesse: Chi ha ragione su Piton? Harry od il preside? Io continuo ad aver fiducia nella capacità di giudicare le persone di Silente.

lunedì, gennaio 23, 2006

Riprendiamo ...

Cosa posso dire? C'è stato un certo black-out su questo blog di recente. Mi sento particolarmente in colpa di questo. Potrei tediarvi con lacrimevoli storie di lavoro e stress familiare ma preferisco evitarvelo.

Speriamo di riuscire a ri-guadagnare la vostra attenzione.

Quando avevo iniziato a scrivere su questo blog mi ero ripromesso (che ingenuo) di scrivere la recensione di ogni libro che avessi letto da quel momento in poi. Non solo non sono riuscito a farlo ma non sono riuscito neppure a tenere la lista completa di quello che ho letto!

A questo punto per semplice e pura vanità personale ho deciso di pubblicare la lista (incompleta) di quanto ho letto in questo periodo. In realtà, mi ero preparato una scusa ufficiale più lusinghiera nei miei confronti ma alla fine ho deciso di essere onesto con i miei quattro lettori.

In ogni caso, la scusa ufficiale era quella di darvi la possibilità di sollecitarmi un commento su uno o più di questi libri se doveste essere particolarmente interessati ad un titolo in particolare. Resta inteso che sono a vostra disposizione.

A questo punto torno in miniera. Prima che il mio treno arrivi a Bologna devo scrivere almeno due recensioni. PdG ha promesso che pubblicherà anche lui una recensione se prima io ne pubblico due (schiavista).

LLP, Andrea

P.S. PdG, ovviamente, questa non conta.


AutoreIain M. Banks
TitoloAgainst a dark background
Titolo ItalianoL'arma finale
Anno1993

AutoreRobert Jordan
TitoloNew Spring - A wheel of time novel
Titolo ItalianoNuova Primavera
Anno2004

AutoreTerry Pratchet
TitoloPyramids
Titolo ItalianoMaledette Piramidi
Anno1989

AutoreNancy Kress
TitoloCrossfire
Titolo ItalianoCrossfire: L'Ultimo Pianeta
Anno2003

AutoreDan Brown
TitoloAngels & Demons
Titolo ItalianoAngeli e Demoni
Anno2000

AutorePoul Anderson
TitoloThe Time Patrol
Titolo ItalianoLa Pattuglia Del Tempo
Anno1991

AutoreLee Child
TitoloThe Visitor
Titolo ItalianoVia di Fuga
Anno2000

AutoreTerry Pratchet
TitoloWyrd Sisters
Titolo ItalianoSorellanza stregonesca
Anno2001

AutoreLian Hearn
TitoloL'ultima luna
Titolo ItalianoTales of the Otori: Brilliance of the moon
Anno2004

AutoreDitte e Giovanni Bandini
TitoloDas Drachenbuch
Titolo ItalianoIl libro dei draghi
Anno2002

AutoreItalo Calvino
TitoloIl Barone Rampante
Anno1957

AutoreItalo Calvino
TitoloIl Cavaliere Inesistente
Anno1959

AutoreVernor Vinge
TitoloCookie Monster
Titolo ItalianoI Simulacri
Anno2003

AutoreStan Nichols
TitoloOrchi: Le Legioni del Tuono
Titolo ItalianoOrcs: Legion of Thunder
Anno1999

AutoreSarah Zettel
TitoloReclamation
Titolo ItalianoPianeta senza nome
Anno1996

AutoreMichael Connelly
TitoloThe Black Echo
Titolo ItalianoLa Memoria del Topo
Anno2001

AutoreHarry Turtledove
TitoloThe Misplaced Legion
Titolo ItalianoLa Legione Perduta
Anno1987

AutoreJack Williamson
TitoloThe Legion of Time
Titolo ItalianoLa Legione del Tempo
Anno1938

AutoreRog Phillips
TitoloTime Trap
Titolo ItalianoTrappola nel Tempo
Anno1949

AutoreJerry Sohl
TitoloThe Altered Ego
Titolo ItalianoResurrezione
Anno1954

AutoreLanfranco Fabriani
TitoloNelle nebbie del tempo
Anno2005

AutoreJames Gunn
TitoloThe Immortals
Titolo ItalianoGli Immortali
Anno2004

AutoreGiulio Cesare Giacobbe
TitoloL'altra realtà
Anno2005

AutoreR.A. Heinlein
TitoloFor us, the living
Titolo ItalianoA noi vivi
Anno1938

AutoreArkadi e Boris Strugatzki
TitoloTrudno byt'bogom
Titolo ItalianoE' difficile essere un dio
Anno1964

AutoreNicolo Ammaniti
TitoloTi prendo e ti porto via
Anno1999

AutoreDouglas Adams
TitoloThe Restourant at the End of Universe
Titolo ItalianoRistorante al Termine dell'Universo
Anno1980

AutoreDouglas Adams
TitoloLife, The Universe and Everything
Titolo ItalianoLa Vita, L'Universo e Tutto Quanto
Anno1982

AutoreDouglas Adams
TitoloSo Long, and Thanks for All the Fish
Titolo ItalianoAddio e Grazie per Tutto il Pesce
Anno1984

AutoreDouglas Adams
TitoloMostly Harmless
Titolo ItalianoPraticamente Innocuo
Anno1992

AutoreRobert Jordan
TitoloWheel of Time VI - Lord of Chaos
Titolo ItalianoLa Ruota del Tempo VI - Il signore del caos
Anno1994