martedì, aprile 18, 2006

The Fabric of the Cosmos: Space, Time, and the Texture of Reality - Brian Greene

AutoreBrian Greene
TitoloThe Fabric of the Cosmos: Space, Time, and the Texture of Reality
Titolo ItalianoLa trama del cosmo: Spazio, tempo, realtà
Anno2004
GiudizioChiaro e diretto. Davvero godibile.

Da parecchio tempo non trovavo il tempo e le energie mentali per affrontare un testo di questa complessità. Gli orari infami che faccio per lavoro ed il non trascurabile dettaglio di aver dormito a casa due sole volte negli ultimi 10 mesi non mi hanno certo aiutato. Abituato oramai a leggere solo narrativa (che si legge molto più facilmente) per me è stata una sensazione tutta da riscoprire il fatto di girare per quasi un mese con lo stesso libro(1) sotto il braccio.

L'autore e' un professore universitario di fisica che si occupa di divulgazione scientifica da molti anni(2). Credo che il suo libro più famoso sia The Elegant Universe (L'Universo Elegante) sulla M-Teoria. Quello di cui vi parlo oggi è sicuramente il più recente (ed aggiornato) dei sui testi.

Questo libro è sostanzialmente un lungo escursus sulle ultime scoperte ed ipotesi della fisica moderna. Nella prima parte dell'opera, partendo dalla fisica newtoniana, ripercorre gli ultimi due secoli di evoluzione della nostra visione del mondo trattando la storia della cosmologia da un lato e della fisica quantistica dall'altra. Nella seconda parte si addentra nel campo delle recenti teorie che tentano di costruire un modello omogeneo e completo dell'universo mettendo assieme le teorie cosmologiche con la fisica delle particelle(3).

Non sono qualificato per giudicare la correttezza formale dell'opera ma posso garantirvi che le spiegazioni e gli esempi utilizzati per veicolare i concetti erano molto facili da comprendere. Inoltre per ogni esempio, l'autore si è preoccupato di spiegare perchè l'esempio stesso poteva essere fuorviante se preso troppo fuor di metafora. Anche per quello che riguarda il confronto tra le varie teorie candidate a spiegarci l'universo mi è parso che l'autore si preoccupasse molto di trattarle obiettivamente, descrivendone pregi e difetti (indicando tra l'altro chiaramente quali fossero le sue preferite).

Un vero peccato per l'appassionato di fantascienza, quale son'io, che la trattazione di quelle ipotesi più azzardate quali i viaggi nel tempo e il teletrasporto sia relegata ad un frettoloso accenno negli ultimi capitoli. Non si può avere tutto dalla vita e comunque dopo 450 pagine sarebbe stato decisamente troppo per il lettore medio.

In sostanza, ve lo raccomando sia per la completezza e la chiarezza della trattazione sia per l'onesta intellettuale che sembra pervadere l'opera. Devo però avvisare i miei due lettori che, inevitabilmente, un certo allenamento a frapporre un modello matematico tra se ed il mondo reale non è certo di ostacolo alla lettura del libro.

In fine, un paio di note sulla traduzione. Premesso che e' decisamente ben fatta, ci sono un paio di svarioni che mi hanno assai divertito e non posso non segnalarvi. Il primo è il fatto che il gatto ed il topo che si sfidano a duello (negli esempi sulla relatività) in alcuni capitoli si chiamano Tom e Jerry ed in altri Grattachecca e Fichetto (sospetto che la traduzione giusta sia la seconda). Il secondo è molto ben nascosto ed è il tipico errore introdotto da quegli strumenti satanici chiamati correttori automatici, per trovarlo vi invito ad osservare con molta molta attenzione le immagini del capitolo sulla M-Teoria.

LLP, Andrea

(1) Giuro che nella prima stesura avevo scritto "romanzo" invece che "libro".

(2) Almeno trenta, tanto è vero che in un film che ho rivisto da poco ("Frequency" con Dennis Quaid e James Caviezel) c'è una simpatica scena in cui la telecamera salta avanti ed indietro nel tempo sui due protagonisti che, a distanza di trent'anni, stanno entrambi guardando in televisione un'intervista a Greene che parla degli universi paralleli.

(3) Tentativi ben lontani dall'ottenere un risultato a quanto pare.

(n) Leggere i testi di divulgazione scientifica fà male, ho preso l'abitudine di riempire i miei testi di note a pie' di pagina.

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