sabato, luglio 30, 2005

Truckers - Terry Pratchett

AutoreTerry Pratchett
TitoloTruckers
Titolo ItalianoIl piccolo popolo dei grandi magazzini
Anno1991
GiudizioGeniale. Se non lo avessi letto non ci crederei.

Trucker e' il primo romanzo della trilogia del "Piccolo Popolo". Contrariamente a Diskworld (il ciclo che ha reso famoso Pratchett) i tre romanzi non sono indipendenti ma strettamente collegati in un corpo unico.

La storia è un classico della fantascienza. Gli Niomi vivono nascosti nelle intercapedini di un grande magazzino, la loro vita è scandita dalle stagioni dei Saldi e dalla baraonda delle offerte Natalizie finchè, un triste giorno, la tragedia si abbatte su di loro: il loro mondo, il grande magazzino sta per essere demolito! A questo punto spero che qualcuno si stia domandando perchè abbia definito questa storia un classico della fantascienza, dovrete leggere il libro per saperlo!

Questo scrittore sta scalando rapidamente le vette delle mie preferenze. Lo conoscevo da tempo per aver letto alcuni romanzi del ciclo di Diskworld (di cui uno recensito molto di recente) ma la storia del popolo degli Niomi mi ha fatto capire di averlo sottovalutato. Se i romanzi ambientati a Diskworld sono divertentissimi, questo è di gran lunga migliore, un intero ordine di grandezza più avanti.

Tanto per darvi un idea vi racconterò che una domenica di alcune settimane fà chiamai al telefono un'amica. Discorrendo del più e del meno, Sashan mi raccontò di aver comprato il libro in mattinata e d'essere arrivata, prima che l'interompessi, più o meno a tre quarti dello stesso. Me lo descrisse in maniera così entusiastica cha a fine conversazione telefonica mi ritrovai (non proprio per caso) davanti ad una libreria. Circa tre ore più tardi ero nella mia poltroncina a meditare sul finale del romanzo e sugli aereoporti.

Una delle cose che più mi hanno colpito di questo romanzo è come Pratchett riesca ad ironizzare sulla società umana su due livelli contemporaneamente. Da un lato c'e' la società Niomica che è molto molto umana nel suo modo di costruire le gerarchie, nel modo in cui gli Niomi litigano tra loro, nel modo in cui si affidano alla religione per risolvere i loro problemi (od ottenere il potere). Dall'altro lato c'è la società umana stessa che viene vista e dissacrata da un osservatore esterno (gli Niomi) che proprio non riesce a capire come noi si riesca ad essere cosi incongruenti persino con noi stessi.

Mi è rimasta un ultima cosa da dire: il computer dei coloni di Pern non aveva mica la stessa cazzimma della cosa!

In coffa, miei prodi! A scrutare il mare degli scaffali librari in attesa di avvistare i successivi due romanzi del ciclo.

LLP, Andrea

P.S. Lo so. Un'altro dei miei amici rivendica la "primogenitura" di avermi parlato di questo ciclo ma a volte capita che il momento giusto e l'informazione non arrivino contemporaneamente.

mercoledì, luglio 27, 2005

Harry Potter and the Chamber of Secrets - J. K. Rowling

AutoreJ. K. Rowling
TitoloHarry Potter e la Camera dei Segreti
Titolo ItalianoHarry Potter and the Chamber of Secrets
Anno1998
GiudizioSemplice ed accattivante. Innocente e pieno di doppi sensi.

Non credo che il ciclo di Harry Potter abbia bisogno di presentazioni dopo aver reso l'autrice la donna piú ricca del Regno Unito ed aver prodotto quasi quattro film. Comunque, per coloro che fossero appena tornati da 30 Eridani Due, questo è il secondo di una serie di sette (sei pubblicati fino ad ora) romanzi dedicati ad un ragazzetto undicenne che, cresciuto tra i normali umani, scopre di essere in grado di fare incantesimi e viene ammesso in quello che potrebbe essere un tipico collegio inglese se non fosse riservato a soli giovani maghi.

In questo romanzo HP affronterà il secondo anno al collegio di Hogwards, durante il quale una terribile minaccia incomberà sugli studenti: qualcuno ha riaperto dopo anni la "camera dei segreti", liberando il terribile mostro ivi rinchiuso. Il nostro eroe, un po' perchè costretto dagli eventi, un pò perchè gli affari suoi proprio non è capace di farseli salverà la giornata.

Difficile dire perché HP mi piaccia, per di più partendo dal secondo romanzo. Non l'ho fatto apposta, ero solo soletto in questa turrita cittadina e sullo scaffale di un amico c'era solo il secondo romanzo della serie. Tra l'altro, IMHO, il secondo romanzo è uno dei migliori del ciclo perché riesce a mediare tra quella atmosfera di fiaba che ricorda gli occhioni spalancati dei bambini ed il doppio senso nel gioco di parole che tiene desta l'attenzione degli adulti. Non ditelo neppure, so benissimo che la mia opinione sul secondo romanzo è decisamente controcorrente.

Per quanto i romanzi di HP mi piacciano, sinceramente non credo che siano cosi eccezionali da giustificare l'incredibile fenomeno mediatico che si venuto a creare intorno ad essi (piatti d'oro, dico, veri piatti d'oro). Certo J.K.R. è stata aiutata da un'eccezionale tempismo che le ha fatto scrivere un romanzo godibile dalle masse proprio all'inizio del revival fantasy che ha dominato gli scorsi anni ma nonostante questo mi pare tutto cosi eccessivo.

Tornando a questo romanzo in particolare, HP:CoS è decisamente il più articolato e costruito a tavolino dei primi cinque romanzi (meXXa! L'ho rifatto, non riesco a parlare di questo romanzo senza tirare in ballo l'intera serie). La storia è lineare, semplice, anche un bambino di 12 anni la puo' seguire ma allo stesso tempo è piena di indizi lasciati in giro nella migliore tradizione giallistica che consentono un secondo livello di lettura che affascini anche un lettore più smaliziato. I personaggi sono un po' troppo scontati e dotati di imponenti fette di prosciutto davanti agli occhi ma d'altronde hanno 12 anni e, proprio per questo, sono abbastanza credibili.

Indubbiamente questo è il romanzo che mi ha fatto apprezzare la serie. Consiglio l'intera serie per rilassarsi e dimenticare lo stress quotidiano che ci circonda, una lettura da giornata di pioggia quando ci sentiamo un po' scotrosi ed abbiamo voglia di mandare il mondo a farsi una passeggiata con donne di dubbia moralità.

LLP, Andrea

P.S. A che "casa" vorreste appartenere?

P.P.S. Mi ero ripromesso di scrivere una recensione di ogni libro che avessi letto ma ho scoperto di leggere molto più velocemente di quanto recensisco (meno male). Allo momento sono in arretrato di 6 romanzi, un ciclo in 3 volumi, due saggi ed un antologia di racconti. Qualcuno mi salvi da me stesso!

venerdì, luglio 22, 2005

To every man a penny: a novel - Bruce Marshall

AutoreBruce Marshall
TitoloTo every man a penny: a novel
Titolo ItalianoAd ogni uomo un soldo
Anno1949
GiudizioIsufficiente, banale da diversi punti di vista

Un libro un po' diverso dal solito per me, non tanto per i contenuti quanto nel modo in cui sono stati espressi. Non posso dire, infatti, che questo tipo di tematiche mi siano completamente estranee, ma in questo caso ho trovato l'autore molto al di sotto della caratura necessaria per un libro di questo tipo.

Vi dico subito che non è un libro facile da trovare se voleste cimentarvi nella lettura; lo trovate in qualche libreria specializzata in quanto è additato come un libro prettamente di cultura cattolica. La storia è ambientata in Francia, e si sviluppa attorno ad un prete francese, Gaston, anche se abbraccia diversi altri aspetti ed eventi della cultura europea, dal 1914 al 1948. Il retro della copertina parla di "sensibilità di chi ha saputo toccare le corde più profonde di un'epoca": tutti noi sappiamo che i retri di copertina non dovrebbero mai essere letti in quanto mendaci e fuorivianti...beh, questo è stata la riprova per me, di quanto questo possa essere vero.

A mio giudizio il libro si basa su troppi luoghi comuni, più di tutti, l'esempio del giovane prete francese, che è orgoglioso di andare in guerra per servire la patria e per poter redimere i francesi e gli uomini tutti, che ormai passano il loro tempo ad ingrandire lo stappo "della veste di Dio che è la Chiesa". A volte leggendo Marshall si ha l'impressione che stia sempre sul confine tra un buon cattolico osservante ed un blasfemo, che continua ad istigare la noia nel leggere righe e righe della descrizione di alcune pratiche della Chiesa Cattolica; non trovo altra spiegazione per le diverse pagine, composte esclusivamente dalle parti di una preghiera o dalla cerimonia di "imposizione delle mani" che fa dei semplici uomi, dei sacerdoti.

La storia in se è povera, spesso le vicende sono estremamente semplificate, ma la cosa che mi ha colpito di più è stato lo sviluppo dei personaggi. Qualche tempo fa, mi è stato chiesto come a mio giudizio dovrebbero essere i personaggi di una storia per renderla interessante. Il mio primo pensiero è stato il più REALI possibili. Dopo aver letto Marshall, mi verrebbe da rispondere: esattamente l'opposto dei suoi. Ognuno dei protagonisti ed in special modo Gaston, sembrano scolpiti, o se preferite, tagliati con il coltello, più che delineati dai tratti di una buona penna. Fin dalle prime pagine, è possibile riconoscere i "buoni" e chi i "cattivi". Nessuna indecisione, nessuna introspettiva, nessuna ombra: essi sono o bianchi o neri; credo che lo spettro dei colori di un'anima umana sia un pò più ampio di questo. Quei pochi dubbi che hanno nel corso di tutta la storia, sono solo piccoli artefatti, banali per altro, utili solo a condurre per mano il lettore più inesperto a confutare le "verità" che Marshall vuole enunciare. La linearità della storia è superata solo dalla banalità e dal qualunquismo dello schema che vi soggiace, tipici di chi, certi fatti li vede dall'esterno, ben al riparo sotto la sua spessa cappa di vetro.

Cosa altro aggiungere, uno scrittore non all'altezza degli argomenti che vuole trattare.

Leggetelo, se trovate una versione economica, io ho "approfittato" di un'amica, questa volta . Personalmente, infatti, non credo che Marshall "il soldo" se lo sia meritato. Anche se il Padrone della vigna paga tutti allo stesso modo alla fine della giornta, che questi abbiano lavorato bene o male, poco o molto...non tutti riusciamo ad essere cosi "misericordiosi".

P.D.G.

martedì, luglio 12, 2005

Guards! Guards! - Terry Pratchett

AutoreTerry Pratchett
TitoloGuards! Guards!
Titolo ItalianoA me le guardie!
Anno2002
GiudizioHo le lacrime agli occhi per il troppo ridere.

[il bibliotecario] aspettò pazientemente che un branco di creature striscianti lo superassero strisciando, cibandosi dei contenuti dei libri d'autore e lasciandosi alle spalle pile di sottili volumetti di critica letteraria.

Terry Pratchet è diventato celebre per il suo "ciclo" del "Mondo Disco" (Diskworld). Un mondo lontano, di chiara ambientazione Fantasy da Gioco di Ruolo, un disco sostenuto da 4 elefanti che si reggono su una tartaruga cieca che viaggia nello spazio diretta alla sua misteriosa meta finale. Il ciclo è formato da un numero imprecisato di romanzi (nel senso che non faccio a tempo a contarli che ne spunta un altro), ognuno godibile separatamente. Tra l'altro questo romanzo in particolare è divenuto a sua volta il primo di un ciclo spin-off

Come spero di avervi fatto capire con la citazione in testa alla recensione il mondo disco è la parodia di tutto quello che avete visto o letto nei romanzi fantasy. Questo romanzo in particolare è dedicato alle Guardie (notate le maiuscole), quelle che in ogni buon romanzo fantasy vengono chiamate dal re cattivo per essere uccise facilmente dall'Eroe buono. Infatti sul mondo disco le guardie, consapevoli delle regole dell'universo, controllano sempre tre volte che non ci siano Eroi in giro prima di fare qualsiasi cosa. Le guardie sul mondo disco non corrono mai, per non correre il rischio di arrivare in tempo. A volte, anche sul mondo disco, le guardie possono essere costrette a diventare loro stesse degli Eroi e trovare l'amore(?).

Sinceramente questo romanzo mi ha fatto morire dal ridere, quasi non c'è altro da dire. Il modo in cui, sottilmente ma non troppo, prende in giro il fantasy come lo conosciamo è bellissimo. La trovata più clamorosa di tutte è il fatto che la distinzione tra l'artifizio letterario e l'universo di Diskworld sia sfumata, che il confine tra romanzo fantasy ed archetipo dello stesso sia indefinito. Vi assicuro che è molto più difficile spiegarlo che capirlo leggendo il romanzo. Proverò con un esempio: tutti sappiamo che se un terribile pericolo minaccia un regno privo da tempo di un re dopo poco si scoprirà che uno dei protagonisti è l'erede al trono da tempo disperso. Il punto è che lo sanno anche gli abitanti di Diskworld e quindi essi agiscono di conseguenza.

Leggetelo, non vi dico altro.

LLP, Andrea

P.S. PasDel, perchè non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di te in armatura da Paladino con un drago di palude al guinzaglio?

lunedì, luglio 11, 2005

The Hitchhiker's Guide to Galaxy - Douglas Adams

AutoreDouglas Adams
TitoloThe Hitchhiker's Guide to Galaxy
Titolo ItalianoGuida Galattica per Autostoppisti
Anno1980
GiudizioClamoroso. Esilarante. Sorprendente oltri i limiti dell'umana comprensione.

L'uscita del film si avvicina e, come per tutte le trasposizioni cinematografiche di uno dei miei romanzi preferiti, sono preoccupatissimo. Come si potrà rendere in un film l'istreria ed il non sense evocativo del romanzo? Cosi, per arrivare alla prima chiaramente prevenuto, ho deciso di rileggere il libro per l'ennesima volta.

Di solito a questo punto accenno qualcosa della trama ma in questo romanzo è un dettaglio abbastanza secondario, direi quasi superfluo. La storia è un esile fuscello su cui l'autore innesta le più incredibili esperienze surreali che vi possano venire in mente. In breve: la terra viene demolita per far posto allo svincolo di un'autostrada galattica, solo un umano ed un alieno scampano chiedendo uno strappo ad un astronave di passaggio, catapultati in una galassia parossistica ed eccessiva i superstiti dell'umanità scoprono quale fosse il vero significato dell'esistenza della Terra e la risposta alla domanda fondamentale su "La vita, l'universo e tutto quanto".

Ovviamente si tratta di un opera umoristica. Quello che la rende grandiosa è l'abitudine dell'autore di incominciare ad elencare fatti evidenti ed ovvi, trarne alcune semplici conclusioni e poi quando quasi tutto ti sembra chiaro tirare fuori una conclusione trasversale che non ti saresti mai aspettato. Avete presente quel famoso disegno della silhouette di due profili umani che si guardano? Quello che, dopo alcuni secondi, improvvisamente scoprite essere il disegno di un vaso bianco? Avete presente la sensazione di smarrimento che ne segue per qualche secondo quando vi rendete conto che vi era sfuggito qualcosa di completamente ovvio? Leggere questo romanzo è una successione infinita di momenti del genere.

"Zaphod rimase cosi strupefatto che dovettero sparargli di nuovo prima che cadesse in terra." Certe volte è esattamente cosi che mi sento mentre leggo la guida. Non si riesce a descriverlo, bisogna provarlo di persona per capirlo.

Saluti da me e dal mio asciugamano, Andrea.

P.S. C'è un secondo motivo per il quale questo libro va letto: la cultura geek ne è pervasa. Se avete usato un computer, se avete navigato su internet, avete usato strumenti scritti da persone che hanno letto la guida. Ad esempio, vi siete mai domandati perchè il servizio di traduzione di Google si chiama "Babelfish"?