giovedì, febbraio 01, 2007

Il maiale che vuole essere mangiato - Julian Baggini

AutoreJulian Baggini
TitoloThe Pig That Wants to be Eaten (2005)
Titolo ItalianoIl maiale che vuole essere mangiato (e altri 99 esperimenti mentali)
AnnoCairoeditore 2006
Giudizio****1/2

Una volta ogni tanto qualche lezione di filosofia
fa bene alla meccanica emozionale della mente ecco
perché ho deciso di segnalarvi il bel libro di Julian Baggini.
Lo stile è di brevi "operette morali" che
prendono spunto da temi classici della filosofia morale
(e non solo) alle quali segue il commento filosofico dell'autore.
Sono piccole parabole o storielle incastonate in un discorso
fitto e intrecciato tra loro segnalato dagli opportuni
riferimenti incrociati tra i vari capitoletti. Quest'approccio
potrebbe sembrare dispersivo ad un'impostazione tradizionale,
ma io penso che renda il libro leggero e molto leggibile perché
si può cominciare da un capitoletto qualsiasi e poi dai
riferimenti di questo andare avanti.

Baggini è essenziale, asciutto, lo stile è quello sobrio e
molto pulito della filosofia analitica di stampo anglosassone
che non si nasconde dietro alle discussioni terminologiche
continentali, a volte importanti, ma che in molti casi ci
allontanano dal problema piuttosto che permetterci di
affrontarlo per le corna. Sono domande o questioni in molti
casi molto attuali e l'autore ha il pregio di guardarsi
attorno con attenzione.

Ad esempio ci dovremmo chiedere in continuazione, come
in un Koan zen, per empatia che faremmo noi al posto di
Hani, costretto a scegliere tra torturare il figlio del terrorista
che ha piazzato una bomba o far subire alla collettività una
strage.
Quale decisione etica prenderemmo?
A quale sistema morale ci potremmo appellare ?
In questi e altri casi il Koan non sembra e forse non ha
soluzione come un problema indecidibile (e forse un
collegamento tra il pratico e il teoretico non è nemmeno
tanto azzardato in questi casi). Come si fa a decidere,
in effetti, tra l'orrore di torturare una persona vicina a
noi peraltro innocente e l'orrore futuro di mille vittime
che si potevano evitare?
(Qui un commento che va oltre Baggini l'ho buttato li': è
a mio parere appunto una "questione di distanza",
temporale o spaziale, ma questa risolve veramente il Koan?
Anche ragionare sulla distanza è forse eticamente sbagliato.)

Interessante è anche il tema ripreso più volte dei dialoghi
tra Dio e il filosofo in cui si mostra come il primo abbia
alcune evidenti difficoltà nel confronto con i principali temi
della filosofia morale. Un altro tema, più teoretico, è quello
del cosa significhi essere coscienti e la nozione collegata
della continuità psicologica messa in questione da ... Star Trek.

Come i riferimenti a Matrix, a Minority Report ed ad altri
"classici" recenti sono la prova che il filosofo non deve
chiudersi in una torre aristotelica in cui all'apparenza è tutto
sistemato e che la filosofia dovrebbe avere una diffusione
maggiore tra le persone poiché essa può aiutarci a dialogare
tra noi e a porre le basi per affrontare quelle situazioni di
decisione, anche estrema, che si possono presentare
all'improvviso in ogni momento della vita.

Quanto al tema del "maiale" non credo che sia davvero
convincente per i vegetariani, ma è di certo una provocazione
intelligente su di un argomento, quello delle sofferenze che
infliggiamo a polli e maiali per poi mangiarli, anche questo
spesso poco analizzato dal pensiero filosofico tradizionale
troppo antropocentrico.

Non voglio rovinarvi il gusto di leggere Baggini dicendovi
troppo. Percio', su questo tema controverso, vi propongo
una vera storiella zen-style.

In una giornata primaverile un discepolo invita il maestro
a pranzo. Dopo aver mangiato una squisita polpetta di manzo
con l'insalata si mettono entrambi un poco al sole in giardino.
Un bel tordo si poggia a poca distanza sul fontanile, il maestro
prende un sasso e con un colpo ben assestato lo colpisce
uccidendolo all'istante.
Il discepolo rimane interdetto. 'maestro', balbetta, 'ogni giorno
quel tordo veniva qua a bere dal fontanile ora quel povero
essere è morto...', 'sei un cretino' risponde il maestro.