giovedì, giugno 23, 2005

The Man in the High Castle - Philip K. Dick

AutorePhilip K. Dick
TitoloThe Man in the High Castle
Titolo ItalianoLa svastica sul sole
Anno1962
GiudizioApprezzabile, scorrevole. Un pò troppo new age.
Questo romanzo è spesso considerato una delle migliori opere di Dick. Sicuramente è una di quelle che di più hanno contribuito a renderlo famoso.

Il presupposto è un classico della fantascienza: L'Asse ha vinto la seconda guerra mondiale. Nel sud-ovest degli ex-USA le vite di alcune persone si intreccia sotto il dominio dei giapponesi. Portante degli eventi del romanzo è un libro, un romanzo di fantascienza che racconta di un mondo in cui gli Alleati hanno vinto la guerra.

Lo ammetto: Dick non mi piace. In generale non apprezzo il suo modo di scrivere. Ha avuto idee grandiose, spesso originalissime, ma il modo in cui le descrive non riesce a tenere desta la mia attenzione. Questo libro fa eccezione.

Il finale di questo romanzo è davvero sorprendente. La verita sull'autore del romanzo, sull'uomo nell'alto castello del titolo non me la sarei mai aspettata. Purtroppo, superata l'impressione iniziale ti rendi conto che non hai realmente "Saputo" e che il mistero è stato solo sostituito da un misterò più grande e di stampo teologico. Alla fine tutti i protagonisti vengono spinti verso la speranza di un domani migliore da un senso di meraviglia immanente, da qualcosa di esterno a loro che in un certo senso predetestina gli avvenimenti. Sono un materialista troppo grezzo per apprezzare un simile punto di vista, temo.

Ovviamente non sarei obiettivo se trascurassi di notare che Dick è uno scrittore eccezionale. Il romanzo è costruito benissimo ed ogni singola parte si innesta nel tutto per contribuire al complesso finale. Non ho notato nel romanzo punti di attrito in cui il testo non fosse ben scorrevole.

Vale la pena di leggerlo. Non fosse altro per le bellissime descrizioni dei personaggi.

LLP, Andrea

P.S: Inutile dirvi che come gli italiani, anche nella finzione, hanno avuto solo le briciole della spartizione. La cosa mi ha irritato non poco ma mi sono consolato pensando ad un piccolo dettaglio che Dick deve aver sottovalutato quando ha scritto il libro (nel 1962). All'Italia è stata data una delle zone del mondo più improduttive ed inutili: l'idrocarburico medio oriente.

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