venerdì, luglio 22, 2005

To every man a penny: a novel - Bruce Marshall

AutoreBruce Marshall
TitoloTo every man a penny: a novel
Titolo ItalianoAd ogni uomo un soldo
Anno1949
GiudizioIsufficiente, banale da diversi punti di vista

Un libro un po' diverso dal solito per me, non tanto per i contenuti quanto nel modo in cui sono stati espressi. Non posso dire, infatti, che questo tipo di tematiche mi siano completamente estranee, ma in questo caso ho trovato l'autore molto al di sotto della caratura necessaria per un libro di questo tipo.

Vi dico subito che non è un libro facile da trovare se voleste cimentarvi nella lettura; lo trovate in qualche libreria specializzata in quanto è additato come un libro prettamente di cultura cattolica. La storia è ambientata in Francia, e si sviluppa attorno ad un prete francese, Gaston, anche se abbraccia diversi altri aspetti ed eventi della cultura europea, dal 1914 al 1948. Il retro della copertina parla di "sensibilità di chi ha saputo toccare le corde più profonde di un'epoca": tutti noi sappiamo che i retri di copertina non dovrebbero mai essere letti in quanto mendaci e fuorivianti...beh, questo è stata la riprova per me, di quanto questo possa essere vero.

A mio giudizio il libro si basa su troppi luoghi comuni, più di tutti, l'esempio del giovane prete francese, che è orgoglioso di andare in guerra per servire la patria e per poter redimere i francesi e gli uomini tutti, che ormai passano il loro tempo ad ingrandire lo stappo "della veste di Dio che è la Chiesa". A volte leggendo Marshall si ha l'impressione che stia sempre sul confine tra un buon cattolico osservante ed un blasfemo, che continua ad istigare la noia nel leggere righe e righe della descrizione di alcune pratiche della Chiesa Cattolica; non trovo altra spiegazione per le diverse pagine, composte esclusivamente dalle parti di una preghiera o dalla cerimonia di "imposizione delle mani" che fa dei semplici uomi, dei sacerdoti.

La storia in se è povera, spesso le vicende sono estremamente semplificate, ma la cosa che mi ha colpito di più è stato lo sviluppo dei personaggi. Qualche tempo fa, mi è stato chiesto come a mio giudizio dovrebbero essere i personaggi di una storia per renderla interessante. Il mio primo pensiero è stato il più REALI possibili. Dopo aver letto Marshall, mi verrebbe da rispondere: esattamente l'opposto dei suoi. Ognuno dei protagonisti ed in special modo Gaston, sembrano scolpiti, o se preferite, tagliati con il coltello, più che delineati dai tratti di una buona penna. Fin dalle prime pagine, è possibile riconoscere i "buoni" e chi i "cattivi". Nessuna indecisione, nessuna introspettiva, nessuna ombra: essi sono o bianchi o neri; credo che lo spettro dei colori di un'anima umana sia un pò più ampio di questo. Quei pochi dubbi che hanno nel corso di tutta la storia, sono solo piccoli artefatti, banali per altro, utili solo a condurre per mano il lettore più inesperto a confutare le "verità" che Marshall vuole enunciare. La linearità della storia è superata solo dalla banalità e dal qualunquismo dello schema che vi soggiace, tipici di chi, certi fatti li vede dall'esterno, ben al riparo sotto la sua spessa cappa di vetro.

Cosa altro aggiungere, uno scrittore non all'altezza degli argomenti che vuole trattare.

Leggetelo, se trovate una versione economica, io ho "approfittato" di un'amica, questa volta . Personalmente, infatti, non credo che Marshall "il soldo" se lo sia meritato. Anche se il Padrone della vigna paga tutti allo stesso modo alla fine della giornta, che questi abbiano lavorato bene o male, poco o molto...non tutti riusciamo ad essere cosi "misericordiosi".

P.D.G.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

In quanto amica di cui Pasquale ha "approfittato" per il libro, mi sento chiamata in causa e questa volta non riesco a tirarmi indietro...
Il libro sarà privo di colpi di scena, i personaggi banali ed estremamente semplici, delineati da subito, come dice Pasquale, punti di vista. A me, del resto, è piaciuto il prete Gaston proprio per la sua semplicità, per il suo essere prete tra la gente senza nessuna pretesa di essere perfetto. Solo chi è consapevole di essere molto lontano dalla perfezione può aiutare qualcun altro. Personalmente il libro mi è piaciuto soprattutto per la conclusione, per la spiegazione che Gaston si dà del perchè il Padrone della vigna abbia dato un soldo a tutti i lavoratori: io, però, (e questa differenza mi ha fatto sorridere) mi sono "immedesimata" nel lavoratore e non certo del misericordioso Padrone della vigna! Mi sa che questo la dica lunga...
:)

Andrea 'Shand' Cozzolino ha detto...

Tirarti indietro? Perchè dovresti fare una cosa simile? Piuttosto scrivi liberamente ogni volta ti viene in mente qualcosa da chiedere o commentare!

PDG, dimmi una cosa onestamente: quanto la tua nota prevenzione nei confronti del clero cattolico ti ha influenzato?