Meno avvolto nel mito del suo alter ego europeo, Woodwose,
l’uomo delle montagne, è il rappresentante di una epopea
puramente maschile che si è sviluppata grosso modo dal 1810
fino al 1840, quando ormai i pionieri coi loro carri iniziavano ad
invadere i territori scarsamente popolati del Nordamerica,
mentre castori e bisonti iniziavano a declinare. Nell’immaginario
nordamericano, meno nella realtà commerciale delle companies,
egli rappresenta l’uomo civilizzato che torna alla natura e perde
quella patina borghese e flaccida per tornare ad un pieno totale
contatto con la natura in una terra spopolata e selvaggia. Egli è
totalmente autonomo e libero, e questi sono i “comforts”
probabilmente più sostanziali che gli possiamo invidiare, dato
che la vita tra le grandi pianure e le montagne rocciose all’epoca
non era certo facile. Quella che segue è la traduzione dal libro
di George Laycock delle impressioni dal vivo di uno dei primi
viaggiatori sul continente riguardo ad un autentico mountain man:
La sua pelle a causa della costante esposizione assumeva un
tono quasi scuro come quello di un nativo, e i suoi caratteri e
struttura fisica assumevano una forgia rude e dura. I suoi
capelli, per la mancanza di attenzione, divenivano lunghi,
ruvidi come il sottobosco, e ricadevano sciolti sulle sue spalle.
La sua testa era sormontata da un cappello di lana a falda bassa,
o un rude sostituto fatto da lui stesso. I suoi vestiti erano di pelle
scamosciata di cervo, decorati da frangie alle cuciture con stringhe
dello stesso materiale, tagliato e manipolato in un modo del tutto
peculiare a quell'uomo ed ai suoi associati...ai suoi fianchi era una
cintura di pelle alla quale erano attaccati i foderi del suo coltellaccio
e delle pistole - mentre dal suo collo era sospeso una tasca per
proiettili attaccata saldamente alla cintura sul davanti, e sotto il
braccio destro pendeva un corno da polvere trasversalmente
passato sulla sua spalla, dietro il quale, su di un spallina erano
assicurati uno stampo per pallottole, un cacciavite o un’acciarino,
un portamonete, un punteruolo, etc. Possiamo immaginarlo con
una stecca di legno duro per l’avan-carica e un buon fucile nelle
sue mani, mentre s’apre la strada a fatica carico anche con trenta o
trentacinque balle (di pelliccie), l’autentico uomo delle montagne
completo del suo equipaggio...l'uomo delle montagne che e' il suo
proprio manovale, sarto, calzolaio e macellaio, e puo' sempre nutrire
e vestire se stesso, e godere di tutti i comforts che la sua
situazione permette.
The Lyons Press, Guilford CT, 6th edizione, 2006. Traduzione di Jakk.
Virgin Land: The American West As Symbol and Myth, by Henry Nash Smith.
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