Autore | Le Couter Penny & Burreson Jay |
Titolo | Napoleon's buttons |
Titolo Italiano | I Bottoni di Napoleone |
Anno | 2006 |
Giudizio | ****(1/2) |
Una ragione probabilmente c'era se il vostro libro di
chimica organica era noioso da morire: la chimica organica era
descritta come qualcosa d'avulso dalle applicazioni e
nello stile piatto assolutamente privo d'emozione che fa credere
che la scienza sia qualcosa che distrugge, o quantomeno è in
contraddizione, con l'arte o la poesia (detto in modo più colto:
disincanta = toglie l'"incanto" del mondo).
Al contrario c'é parecchio per incantarsi ed emozionarsi nel
libro di Le Couter - Burreson, ora tradotto in italiano, qui si
racconta la storia di 17 molecole, nonché delle moltissime altre
citate nel libro, come la teobromina e l'anandamide, componenti
del cioccolato, la crocetina, l'acido picrico, l'indigotina e la mauveina,
e così via (in realtà ogni capitolo tratta una famiglia di molecole
o più famiglie legate da proprietà comuni), e del loro rapporto
con la storia umana, politica e sociale, senza però mai perdere
di vista l'importanza della struttura molecolare, che soprattutto
da un punto di vista scientifico, è spiegata in modo esemplare (per
i lettori non avvezzi alla materia nel primo capitolo la notazione
usata è chiaramente spiegata). Appena leggermente più debole
appare il libro sul piano storico, nel senso che in molti casi si limita
a raccontare i fatti essenziali, ma è anche vero che per approfondire
si dovrebbe rimandare, ad esempio, alle centinaia di monografie che
sono state dedicate alla storia politica ed economica del commercio
delle spezie o del caucciù. Si pensi solo agli immensi meccanismi
che queste nostre "passioni" per le "droghe" hanno messo in moto
sul piano storico: guerre, invasioni, trattati di pace che includevano
il monopolio o la perdita del monopolio del commercio delle spezie
(curiosissimo é il caso dello scambio tra inglesi e olandesi che ha
portato New Amsterdam a divenire New York a causa della noce
moscata). Non parliamo poi dello zucchero o del caffè che hanno
rivoluzionato due continenti Africa e America a causa della tratta
degli schiavi.
Un altro pregio del libro è che fa comprendere molto bene come
la differenza di qualche atomo tra una molecola ed un'altra sposta
enormemente il confine tra l'utile e l'inutile, o fatto ancora più
interessante, tra il legale e l'illegale. Le "droghe", nel senso di
spezie, sono davvero droghe, medicine, psicofarmaci e talvolta
persino sostanze cancerogene (almeno sugli animali), e l'uso anche
culturale che ne facciamo non dovrebbe farcelo scordare. Per fare
un esempio uno di questi composti aromatici, il metileugenolo,
come l'eugenolo o il safrolo che sono tra le molecole sulla scena nel
primo capitolo del libro, è contenuto anche nel nostro basilico
genovese. Come anche Le Couter e Burreson spiegano molto
chiaramente, tali sostanze sono un "insetticida" naturale, infatti,
si trovano in maggiore concentrazione nelle piante giovani. E' noto
d'altra parte che il metileugenolo, al contrario dell'eugenolo, è
cancerogeno su culture cellulari di fegato di topi e ratti tanto da porsi
il problema di un reale pericolo per chi ne assume in quantità
eccessiva, magari mangiando un bel piatto col pesto genovese [1]
(molte delle sostanze cancerogene solo su animali di laboratorio
sono per "preucazione" sospese dal mercato in alcuni paesi, ad
esempio, negli USA il ciclamato di sodio, un dolcificante, presente
nella Coca Light in Italia, è bandito per questo motivo). Questo
fa capire come l'illusione del "naturale" propugnata da certo
ecologismo sia alquanto antiscientifica e come il confine tra
"droga" e droga sia davvero sottile e indefinito.
Il libro è interessante anche per come la storia della scienza mostri la
propria cosiddetta serendipidità. Spesso quello che si cerca non si
trova e si trova qualcos'altro per caso, che poi si rivela anche
d'impatto più devastante di quello che si cercava in un primo
momento. William Perkin, che cercava di sintetizzare il chinino, il
celebre rimedio per la malaria, trovò invece la mauveina, una
molecola che si rivelò essere un potente, resistente e soprattutto
economico colorante viola artificiale e diede inizio alla sintesi
artificiale dei coloranti, che vide poi il prevalere della grande
triade di industrie chimiche BASF, Bayer e Hoechst.
Non molto azzeccato per la verità c'è soltanto il titolo: il caso di
Napoleone, oltre ad essere dubbio, non è propriamente una
questione di chimica quanto di fisica delle transizioni di fase.
E' probabile però che se gli autori avessero usato solo il
sottotitolo o le sue possibili varianti, il libro sarebbe passato
molto più inosservato.
[1] vedi http:
//www.sssa.it/news.asp?id={EE43C98C-0021-473E-A25A-38742139997D}
2 commenti:
Scusa Jakk, ma quale è il sotto-titolo a cui accenni?
In effetti per ragioni di spazio poi
non l'ho messo nei titoli,
cmq e' "come 17 molecole hanno
cambiato la storia"
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