sabato, marzo 25, 2006

Winterfair Gifts - Lois McMaster Bujold

AutoreLois McMaster Bujold
TitoloWinterfair Gifts
Titolo ItalianoFesta d'inverno a Barrayar
Anno2003
GiudizioDivertentissimo e romantico

Dal momento dell'annuncio dell'uscita di questo romanzo fino al giorno in cui è realmente uscito, ne ho controllato come prima cosa ogni mattina la disponibilità sul sito di una nota catena di librerie. Nell'ultima settimana sono andato più volte in libreria a controllare casomai il sito non fosse stato aggiornato. Il libro è uscito ieri e, naturalmente, ieri notte l'avevo finito.

Qualcuno potrebbe aver intuito che *adoro* questa autrice. In paricolare il ciclo dei Vor è sicuramente la mia serie di fantascienza preferita. Ora che ho confessato che *non* sarò obiettivo in questa recensione, a mia difesa posso citare il fatto che la Bujold è nota nell'ambiente della fantascienza come la signora degli Hugo per la quantità incredibile di premi letterari che ha vinto (tra cui cinque premi Hugo e due premi Nebula).

Questo romanzo breve è un oggetto strano poichè nato con l'intento di dimostrare che fosse possibile miscelare due generi molto diversi nelle loro caratteristiche: la fantascienza ed il romanzo sentimentale (intendo proprio il genere che in Italia si definisce "Harmony").

Non avete idea di cosa possa succedere quando un'autrice dotata dell'ironia e della fantasia sconfinata di LMMB decida di scrivere una storia del genere. D'altro canto, poche altre autrici di romanzi sentimentali si possono permettere un romantico personaggio femminile come Taura: 140 chili di muscoli per circa 2 metri e mezzo di incursore di fanteria spaziale geneticamente modificato (per tacer delle zanne) vestita di rosa confetto. Voi avreste mai il coraggio di baciarla?

Il romanzo sarà sicuramente adorato da tutti i fan della serie ed apprezzato da coloro che non abbiano mai letto nulla della stessa. LMMB si è assicurata di introdurre adeguatamente i personaggi senza fare affidamento sulla conoscenza della serie. Certo coloro che non conoscessero la serie si perderanno un bel po' di sfumature ma non si può avere tutto dalla vita.

Devo dire che questa storia non è certo il meglio del ciclo dei Vor ma cosa volete da un romanzo breve costretto a rivaleggiare con calibri del livello di Memory e The Warrior Apprentice (L'Apprendista Ammiraglio)? Miracoli?

Un ultima affermazione che potrete capire solo dopo aver letto il finale: Ivan sei un mito! Sto ancora ridendo.

LLP, Andrea

P.S. Per tutti quelli che volessero scoprire questa fantastica saga continuo a suggerire di iniziare da The Warrior Apprentice, recentemente ripubblicato in edizione economicissima.

mercoledì, marzo 22, 2006

Der Nazi & der Friseur - Edgar Hilsenreth

AutoreEdgar Hilsenreth
TitoloDer Nazi & der Friseur
Titolo ItalianoIl nazista & il barbiere
Anno1977
GiudizioPiacevole sorpresa, per me che non conoscevo l'autore. Uno humor nero tutto particolare e narrazione originale.


Con humor nero e brutale in un susseguirsi di situazioni grottesche (c'è da chiedersi se non sia forse il modo migliore) Hilsenreth gioca violentemente con i pregiudizi sulla presunta razza ebraica (Max Shultz è si ariano al 100% - seppur figlio di una prostituta - ma ha tutti i tratti somatici delle caricature degli ebrei, naso a becco, occhi da rospo, capelli scuri) e con l'apologia del nazismo ("erano loro a dare gli ordini").

In più scrive con la ferocia di chi certe atrocità le ha subite.

E così, lo sterminatore ariano Max Shultz diventa il barbiere ebreo Itzig Finkelstein, dribblando processi e forca.Max, figlio di puttana (tecnicamente intendo), vittima delle violenze del patrigno, frustrato, col cervello bacato, dopo aver trascorso un' infanzia durante la quale è quasi adottato dalla famiglia del suo amico Itzig - ebreo biondo con gli occhi azzurri da cui impara l'jiddish, le preghiere, i canti e le ricorrenze religiose - si fa affascinare dalle tesi di Hitler e diventa un militante delle SS.

Di ritorno dal campo di concentramento dove ha fatto una brillante carriera da sterminatore, con un sacco di denti d'oro da rivendere, sopravvissuto ad un inverno polacco ed alle ricerche dei russi, una volta a Berlino a Max basta una cironcisione ed un taguaggio per assumere l'identità di Itzig (lui pur somigliando ad un tedesco non ce l'ha fatta) e mettersi alle spalle migliaia di omicidi. O almeno così crede. In fondo è sempre stato un idealista, e ora che gli ebrei hanno vinto la guerra...

Max (ora Itzig) cerca di truffare anche la propria coscienza, dicendosi disposto a subire una punizione per poter definitivamente tagliare quel passato ed essere redento. Ma qual è l'adeguata punizione per crimini di tale atrocità?

All'inizio ci si chiede a che livello di surrealità arriverà il racconto. Alla fine ci si ricorda che quel livello è stato di gran lunga superato dalle follie di guerra (sia combattuta nei panni di sterminatore tedesco che di partigiano ebreo).